In Italia, il paesaggio appare sempre più come l'elemento essenziale di uno sviluppo economico sostenibile legato alle peculiarità ambientali e alle eccellenze alimentari. In campo agrario, l'aspetto vincente delle produzioni non si misura più, infatti, solo in termini meramente “organolettici”, ma anche sui temi della salvaguardia ambientale e della cura ed attenta gestione del paesaggio, quali caposaldi della qualità e tipicità dei prodotti stessi. I paesaggi agrari che ancor'oggi rappresentano un elemento di forte caratterizzazione delle singole realtà territoriali sono quelli che denotano un intervento equilibrato dell'uomo sugli elementi naturali; sono quelli che offrono una chiara presenza di segni storici e di nessi leggibili tra struttura e uso del suolo. Il settore agricolo, in questi ultimi anni, appare sempre più deputato a svolgere una pluralità di funzioni, oltre ai riconosciuti ambiti tradizionali. Quanto mai importanti appaiono il mantenimento dell'assetto idrogeologico, la conservazione dei paesaggi dotati di rilevanti valenze storico-culturali, il mantenimento della biodiversità. Gli agricoltori, in questa prospettiva, possono certamente contribuire a conservare e a produrre in modo efficace paesaggi di alta qualità, attraverso una attenta “cura” del territorio in cui operano, affinché esso mantenga e rafforzi i caratteri di qualità formale e di identità storica, evitando in modo scrupoloso inutili compromissioni. Questi obiettivi possono nel complesso essere conseguiti anche con adeguati incentivi/sostegni economici, così come promuovendo studi e iniziative per il mantenimento e il miglioramento del paesaggio agrario. In questa lungimirante prospettiva di azione, la pianificazione alle diverse scale deve necessariamente prestare una costante e continua attenzione al paesaggio, valorizzando gli elementi di singolarità, di identità e di equilibrio e prevenendo nel contempo le trasformazioni fonte di alterazione e dissonanza. In quest'ottica si colloca il dettato innovativo della Convenzione Europea del Paesaggio, che ribadisce il principio per cui “il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale” e soprattutto che esso “costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro”.
OSSERVARE E GOVERNARE LE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO AGRARIO
M. Devecchi
2015-01-01
Abstract
In Italia, il paesaggio appare sempre più come l'elemento essenziale di uno sviluppo economico sostenibile legato alle peculiarità ambientali e alle eccellenze alimentari. In campo agrario, l'aspetto vincente delle produzioni non si misura più, infatti, solo in termini meramente “organolettici”, ma anche sui temi della salvaguardia ambientale e della cura ed attenta gestione del paesaggio, quali caposaldi della qualità e tipicità dei prodotti stessi. I paesaggi agrari che ancor'oggi rappresentano un elemento di forte caratterizzazione delle singole realtà territoriali sono quelli che denotano un intervento equilibrato dell'uomo sugli elementi naturali; sono quelli che offrono una chiara presenza di segni storici e di nessi leggibili tra struttura e uso del suolo. Il settore agricolo, in questi ultimi anni, appare sempre più deputato a svolgere una pluralità di funzioni, oltre ai riconosciuti ambiti tradizionali. Quanto mai importanti appaiono il mantenimento dell'assetto idrogeologico, la conservazione dei paesaggi dotati di rilevanti valenze storico-culturali, il mantenimento della biodiversità. Gli agricoltori, in questa prospettiva, possono certamente contribuire a conservare e a produrre in modo efficace paesaggi di alta qualità, attraverso una attenta “cura” del territorio in cui operano, affinché esso mantenga e rafforzi i caratteri di qualità formale e di identità storica, evitando in modo scrupoloso inutili compromissioni. Questi obiettivi possono nel complesso essere conseguiti anche con adeguati incentivi/sostegni economici, così come promuovendo studi e iniziative per il mantenimento e il miglioramento del paesaggio agrario. In questa lungimirante prospettiva di azione, la pianificazione alle diverse scale deve necessariamente prestare una costante e continua attenzione al paesaggio, valorizzando gli elementi di singolarità, di identità e di equilibrio e prevenendo nel contempo le trasformazioni fonte di alterazione e dissonanza. In quest'ottica si colloca il dettato innovativo della Convenzione Europea del Paesaggio, che ribadisce il principio per cui “il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale” e soprattutto che esso “costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.