La dittatura fascista e il passaggio alla democrazia con la fine della seconda guerra mondiale rappresentarono anche per il cattolicesimo piemontese un’occasione di manifestazione dei suoi caratteri originari e una fase di rapida quanto imprevista trasformazione. Il saggio considera, partendo dal caso della diocesi di Alba, in provincia di Cuneo, e la vicenda di Sandro Toppino, un giovane militante dell'Azione cattolica, le forme della relazione tra fascismo e cattolicesimo in una precisa situazione locale. Si restituisce un’immagine più mossa e frastagliata del cattolicesimo, non priva di contraddizioni, ma che, alla fine, consente di entrare in modo più preciso nell’intricato nodo dei rapporti tra Chiesa e regime.
Chiesa e cattolici in Piemonte tra fascismo e democrazia
Marta Margotti
In corso di stampa
Abstract
La dittatura fascista e il passaggio alla democrazia con la fine della seconda guerra mondiale rappresentarono anche per il cattolicesimo piemontese un’occasione di manifestazione dei suoi caratteri originari e una fase di rapida quanto imprevista trasformazione. Il saggio considera, partendo dal caso della diocesi di Alba, in provincia di Cuneo, e la vicenda di Sandro Toppino, un giovane militante dell'Azione cattolica, le forme della relazione tra fascismo e cattolicesimo in una precisa situazione locale. Si restituisce un’immagine più mossa e frastagliata del cattolicesimo, non priva di contraddizioni, ma che, alla fine, consente di entrare in modo più preciso nell’intricato nodo dei rapporti tra Chiesa e regime.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.