L'esecuzione penale minorile abbandona definitivamente il modello decisorio caratteristico del "doppio binario trattamentale". Anche nei confronti dei detenuti per i reati di "prima fascia" non collaboranti l'accesso ai benefici penitenziari deve essere valutato caso per caso

Nel lontano 1975 il legislatore promise un ordinamento penitenziario minorile ad hoc. Nei lunghi anni successivi più volte la Corte costituzionale lo ha richiamato invano al suo impegno. Fino a quando la delega penitenziaria del 2017 ha riacceso le speranze. Ma il prodotto finale si mostra difettoso là dove, per i reati di “prima fascia”, accoglie un modello decisorio in materia di accessoai benefici penitenziari incompatibile con la volontà del delegante e con la preminente funzione educativa della pena nei confronti dei minorenni. The Italian lawmaker promised an ad hoc law for juvenile offenders serving their sentence, back in 1975. The Constitutional Court has called for such an undertaking to be honoured for many years. New hopes arose from a proxy law in 2017. But the final outcome is faulty where in the field of the most serious crimes it embraces a decision-making model on extra moenia measures against both the parliament’s intention and the paramount educational purpose of the punishment imposed on juvenile offenders.