Intorno alla metà del Quattrocento, la stampa a caratteri mobili fa la sua comparsa in Europa e avvia un processo rivoluzionario nella produzione e diffusione della conoscenza. A Perugia, nel cuore dell’Italia culla del Rinascimento, il primo torchio a stampa arriva nel 1471. Sono gli anni in cui la città ha nel “magnifico” Braccio Baglioni il suo più importante interprete politico e l’Università, da oltre un secolo, cuore di un’intensa vita culturale aperta alla comunità internazionale. I collegi, in particolare la Sapienza Vecchia, ospitano gruppi di studenti ultramontani che favoriscono il lavoro delle officine tipografiche. Attivi per un quindicennio, gli stampatori venuti d’Oltralpe sono messi in ombra dalla concorrenza ma alla fine del ’400 si avvia una seconda stagione, dominata dalla famiglia Cartolari e da Bianchino dal Leone. Questa parabola, che già attrasse l’attenzione dei primi bibliografi, viene ricostruita attraverso una rilettura della ricca documentazione d’archivio e la disamina delle edizioni, da cui emerge la qualità di una produzione tutt’altro che minore, cui contribuirono alcuni grandi interpreti del lavoro tipografico.
La stampa a Perugia nel Rinascimento. Dai tipografi tedeschi agli editori locali
Alessandra Panzanelli
2020-01-01
Abstract
Intorno alla metà del Quattrocento, la stampa a caratteri mobili fa la sua comparsa in Europa e avvia un processo rivoluzionario nella produzione e diffusione della conoscenza. A Perugia, nel cuore dell’Italia culla del Rinascimento, il primo torchio a stampa arriva nel 1471. Sono gli anni in cui la città ha nel “magnifico” Braccio Baglioni il suo più importante interprete politico e l’Università, da oltre un secolo, cuore di un’intensa vita culturale aperta alla comunità internazionale. I collegi, in particolare la Sapienza Vecchia, ospitano gruppi di studenti ultramontani che favoriscono il lavoro delle officine tipografiche. Attivi per un quindicennio, gli stampatori venuti d’Oltralpe sono messi in ombra dalla concorrenza ma alla fine del ’400 si avvia una seconda stagione, dominata dalla famiglia Cartolari e da Bianchino dal Leone. Questa parabola, che già attrasse l’attenzione dei primi bibliografi, viene ricostruita attraverso una rilettura della ricca documentazione d’archivio e la disamina delle edizioni, da cui emerge la qualità di una produzione tutt’altro che minore, cui contribuirono alcuni grandi interpreti del lavoro tipografico.File | Dimensione | Formato | |
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