La digital anthropology considera l'esternalizzazione del Sé nei media digitali come una tecnica culturale di costruzione dell'identità, dentro e fuori il web. Il fenomeno del quantified self ha cambiato non solo la percezione del corpo, ma anche il suo modellamento. La transizione da tecnologia wearable a incorporazione dell'inorganico ha portato il mondo digitale letteralmente dentro i nostri corpi. Tuttavia, anche se il quantified self viene pensato come un'oggettivazione neutra e impersonale dell'umano, come ogni tecnica di costruzione del Sé è carico di valori simbolici e risposte emotive, anche irrazionali. In questo contributo adotteremo la prospettiva del “perturbante” (Unheimliche), descritta da Freud come una sinistra sensazione di straniamento verso qualcosa che appare familiare. In particolare, verso ciò che imita l'umano, come automi meccanici e altri simulacri di vita. Come simulazione digitale della persona, il quantified self si presta bene a questa analisi. Considereremo perciò le pratiche del biohacking, in cui il self-tracking è usato per implementare il potenziamento dell'organismo umano, e dove i corpi stessi diventano il luogo dell'auto-rappresentazione digitale. Tutti questi temi sono centrali nelle narrazioni distopiche di Black Mirror. L'angoscia che questa serie tv riesce a instillare nello spettatore è legata proprio alla sua dimensione Unheimliche. Black Mirror propone così un preciso immaginario del quantified self che merita di essere esplorato.

La dimensione perturbante del quantified self. L'incorporazione del digitale, tra biohacking e Black Mirror

Nicola Martellozzo
First
2019-01-01

Abstract

La digital anthropology considera l'esternalizzazione del Sé nei media digitali come una tecnica culturale di costruzione dell'identità, dentro e fuori il web. Il fenomeno del quantified self ha cambiato non solo la percezione del corpo, ma anche il suo modellamento. La transizione da tecnologia wearable a incorporazione dell'inorganico ha portato il mondo digitale letteralmente dentro i nostri corpi. Tuttavia, anche se il quantified self viene pensato come un'oggettivazione neutra e impersonale dell'umano, come ogni tecnica di costruzione del Sé è carico di valori simbolici e risposte emotive, anche irrazionali. In questo contributo adotteremo la prospettiva del “perturbante” (Unheimliche), descritta da Freud come una sinistra sensazione di straniamento verso qualcosa che appare familiare. In particolare, verso ciò che imita l'umano, come automi meccanici e altri simulacri di vita. Come simulazione digitale della persona, il quantified self si presta bene a questa analisi. Considereremo perciò le pratiche del biohacking, in cui il self-tracking è usato per implementare il potenziamento dell'organismo umano, e dove i corpi stessi diventano il luogo dell'auto-rappresentazione digitale. Tutti questi temi sono centrali nelle narrazioni distopiche di Black Mirror. L'angoscia che questa serie tv riesce a instillare nello spettatore è legata proprio alla sua dimensione Unheimliche. Black Mirror propone così un preciso immaginario del quantified self che merita di essere esplorato.
2019
35
57
64
Antropologia del corpo, biohacking, Unheimliche, quantificazione del sé, quantified self, self-tracking, perturbante, Black Mirror, uncanny valley, antropologia digitale
Nicola Martellozzo
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