Il Piemonte condivide con altre aree italiane di frontiera la sorte di territorio ‘anfibio’, caratterizzato nella storia politica così come in quella linguistico-letteraria, dall’alternanza di poteri e sistemi culturali diversi. La coesistenza di un’anima savoiardo-francese accanto a quella piemontese-italiana ha favorito a lungo il bilinguismo della classe dirigente subalpina cosicché fino alle guerre del Risorgimento, ovvero fino al momento in cui fu maturata la ‘scelta italiana’, il Piemonte è stato regione plurinazionale e plurilingue. Nel ventennio che precede la Restaurazione nell’ex regno sabaudo, occupato da Napoleone, si sviluppa un ampio dibattito attorno alla questione dell’italianità. In contrapposizione a intellettuali come Denina, che sottolineano gli aspetti vantaggiosi della francesizzazione del Piemonte, si levano voci come quelle di Galeani Napione e di Alfieri, che riconoscono nella lingua italiana il «segno dell’integrità della nazione e della sua capacità di opporsi agli stranieri», e dei membri dell'Accademia Sampaolina e della Filopatria, che si propongono di valorizzare la cultura italiana del Piemonte in chiave misogallica. Nel solco della posizione filo-italiana, nel 1804 viene fondata a Torino la Società dei Concordi, tra i cui giovani membri figurano Cesare Balbo, Carlo Vidua, Luigi Ornato, Luigi Provana del Sabbione e Santorre di Santa Rosa. Nata come una sorta di divertissement letterario apparentemente innocuo, con l’evolversi della situazione politica la Società comincia a porsi finalità che vanno oltre la letteratura, trasformandosi in un centro di patriottica cospirazione letteraria con il duplice intento di preservare l’italianità del Piemonte dall’ingerenza della cultura d’oltralpe e di costruire l’identità nazionale attraverso lo studio della lingua e della letteratura italiana. I carteggi incrociati dei Concordi, conservati presso la Biblioteca Reale di Torino e oggi ancora in gran parte inediti, conservano le riflessioni di questi giovani intellettuali sulla situazione del Piemonte preunitario e rivelano il loro desiderio di gettare le basi per la ricerca dell’italianità politica attraverso l’italianità letteraria.
Tra «Babbo» Alfieri e «Mamma» Italia: i Concordi e il culto dell’italianità nel Piemonte preunitario
Chiara Tavella
2020-01-01
Abstract
Il Piemonte condivide con altre aree italiane di frontiera la sorte di territorio ‘anfibio’, caratterizzato nella storia politica così come in quella linguistico-letteraria, dall’alternanza di poteri e sistemi culturali diversi. La coesistenza di un’anima savoiardo-francese accanto a quella piemontese-italiana ha favorito a lungo il bilinguismo della classe dirigente subalpina cosicché fino alle guerre del Risorgimento, ovvero fino al momento in cui fu maturata la ‘scelta italiana’, il Piemonte è stato regione plurinazionale e plurilingue. Nel ventennio che precede la Restaurazione nell’ex regno sabaudo, occupato da Napoleone, si sviluppa un ampio dibattito attorno alla questione dell’italianità. In contrapposizione a intellettuali come Denina, che sottolineano gli aspetti vantaggiosi della francesizzazione del Piemonte, si levano voci come quelle di Galeani Napione e di Alfieri, che riconoscono nella lingua italiana il «segno dell’integrità della nazione e della sua capacità di opporsi agli stranieri», e dei membri dell'Accademia Sampaolina e della Filopatria, che si propongono di valorizzare la cultura italiana del Piemonte in chiave misogallica. Nel solco della posizione filo-italiana, nel 1804 viene fondata a Torino la Società dei Concordi, tra i cui giovani membri figurano Cesare Balbo, Carlo Vidua, Luigi Ornato, Luigi Provana del Sabbione e Santorre di Santa Rosa. Nata come una sorta di divertissement letterario apparentemente innocuo, con l’evolversi della situazione politica la Società comincia a porsi finalità che vanno oltre la letteratura, trasformandosi in un centro di patriottica cospirazione letteraria con il duplice intento di preservare l’italianità del Piemonte dall’ingerenza della cultura d’oltralpe e di costruire l’identità nazionale attraverso lo studio della lingua e della letteratura italiana. I carteggi incrociati dei Concordi, conservati presso la Biblioteca Reale di Torino e oggi ancora in gran parte inediti, conservano le riflessioni di questi giovani intellettuali sulla situazione del Piemonte preunitario e rivelano il loro desiderio di gettare le basi per la ricerca dell’italianità politica attraverso l’italianità letteraria.| File | Dimensione | Formato | |
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