L’articolo prende in considerazione due manoscritti poco noti agli storici dell’arte, che entrarono in due circostanze diverse nelle collezioni librarie di casa Savoia. Il primo contiene tre testi di alchimia, tra cui il raro Rosarius philosophorum, che è uno dei primi trattati medievali dove si prova a delineare in maniera sistematica la teoria e la pratica del magistero alchemico. Il secondo è un Libro d’Ore realizzato a Bruges nel secondo quarto del XV secolo, a cui in un momento imprecisato della sua storia è stato aggiunto un foglio con un’Annunciazione proveniente da un Libro d’Ore più antico. Sia questa pagina che il manoscritto di argomento alchemico furono prodotti ad Avignone e possono essere attribuiti alla prolifica bottega di Jean de Toulouse documentato nella città provenzale al tempo di Clemente VII e di Benedetto XIII, e autore insieme ai suoi numerosi collaboratori di più di cinquantacinque manoscritti di soggetto e qualità differenti, destinati a una clientela composita. L’articolo si chiude con considerazioni e ipotesi relative all’arrivo dei due manoscritti nelle collezioni sabaude.

Qualche riflessione su due manoscritti dell'ambito di Jean de Toulouse

Giovanna SARONI
2020-01-01

Abstract

L’articolo prende in considerazione due manoscritti poco noti agli storici dell’arte, che entrarono in due circostanze diverse nelle collezioni librarie di casa Savoia. Il primo contiene tre testi di alchimia, tra cui il raro Rosarius philosophorum, che è uno dei primi trattati medievali dove si prova a delineare in maniera sistematica la teoria e la pratica del magistero alchemico. Il secondo è un Libro d’Ore realizzato a Bruges nel secondo quarto del XV secolo, a cui in un momento imprecisato della sua storia è stato aggiunto un foglio con un’Annunciazione proveniente da un Libro d’Ore più antico. Sia questa pagina che il manoscritto di argomento alchemico furono prodotti ad Avignone e possono essere attribuiti alla prolifica bottega di Jean de Toulouse documentato nella città provenzale al tempo di Clemente VII e di Benedetto XIII, e autore insieme ai suoi numerosi collaboratori di più di cinquantacinque manoscritti di soggetto e qualità differenti, destinati a una clientela composita. L’articolo si chiude con considerazioni e ipotesi relative all’arrivo dei due manoscritti nelle collezioni sabaude.
2020
24
193
199
Storia della miniatura ad Avignone nel XIV secolo, Jean de Toulouse, Storia del collezionismo sabaudo
Giovanna SARONI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1768028
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