Il saggio propone una disanima del complesso rapporto che gli artisti francesi di tre generazioni instaurarono con la tradizione italiana, intesa come patrimonio di cultura visiva e di concreti modelli figurativi da reimpiegare nell’invenzione, tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento. Lo straordinario corpus di oltre duecento opere selezionate in occasione della mostra “Sfida al Barocco. Parigi, Torino, Roma (1680-1750)” ha permesso di individuare una campionatura affidabile delle mutevoli e articolate modalità di rilettura di una tradizione condivisa sulla quale si costruì, per adesione o per scarto, una nuova modernità figurativa.
«Se rendre, pour ainsi dire, Original, en imitant ces grands Originaux!». Note sulla funzione dei modelli italiani in Francia (1680-1750)
Chiara Gauna
2020-01-01
Abstract
Il saggio propone una disanima del complesso rapporto che gli artisti francesi di tre generazioni instaurarono con la tradizione italiana, intesa come patrimonio di cultura visiva e di concreti modelli figurativi da reimpiegare nell’invenzione, tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento. Lo straordinario corpus di oltre duecento opere selezionate in occasione della mostra “Sfida al Barocco. Parigi, Torino, Roma (1680-1750)” ha permesso di individuare una campionatura affidabile delle mutevoli e articolate modalità di rilettura di una tradizione condivisa sulla quale si costruì, per adesione o per scarto, una nuova modernità figurativa.File | Dimensione | Formato | |
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