Mafie, ecomafie e (dis)economie ambientali: attori e contesti di operatività

A partire da una riflessione critica sul termine "ecomafia", il saggio analizza l’illegalità diffusa in settori a forte impatto ambientale come edilizia, rifiuti urbani e industriali, filiera agroalimentare, commercio di animali esotici e di reperti archeologici. La crisi ambientale ha stimolato un più massiccio intervento regolativo da parte degli Stati, che stabiliscono per legge i limiti alla produzione e consumo, gestione del patrimonio naturale, prelievo di materie o espulsione di sostanze. È in questo quadro che la deroga ai limiti ecologici diviene a un tempo criminalità ambientale. Trattasi d’un ambito di precipuo interesse per la sociologia dell’ambiente e del territorio, sotto diversi punti di vista: come insieme di pratiche attraverso le quali intelligere la persistente razionalità anti-ecologica che informa la relazione tra società e natura; come nucleo di vincoli e di criticità all’implementazione di politiche ambientali e di sostenibilità; come issue da inserire nelle agende di policy ai vari livelli, con stili d’intervento situabili lungo un continuum tra prevenzione e repressione.