La frequentazione quotidiana di ambienti digitali in cui possiamo vedere un contenuto ha ormai modificato le nostre abitudini e le nostre esperienze di fruizione sia documentale sia visuale. Una vasta letteratura, anche interdisciplinare, analizza cioè i cambiamenti estetici, pragmatici e cognitivi apportati dal web e si sofferma, nello specifico del nostro caso, sulla possibilità di assistere a prodotti audiovisivi su piattaforme online che non solo fungono da archivio nel senso letterale del termine, ma che, al tempo stesso, consentono anche di avere un approccio creativo, oltre che di risemantizzazione e di disseminazione, di enunciati visuali. Partendo dalla lettura dell’Archeologia del sapere di Foucault e dal suo concetto di archivio e riferendosi alla quotidianità dell’utente, è possibile ipotizzare una natura archivistica di YouTube, cioè a dire di spazio generatore (e regolatore) di enunciati, di linearità di comportamento e di organizzazione discorsiva? Al tempo stesso, considerando, tra gli altri, la tesi di Huhtamo (1996), YouTube si può configurare come un bacino culturale di topoi da cui attingere per dare vita a forme per così dire performative (cioè a eventi), come in una nuova proposizione della classica dicotomia saussuriana langue/parole? L’intervento intende presentare le linee introduttive di tale ipotesi problematica, anche riferendosi ad alcuni casi.
"Archivio YouTube". L'ambiente di video-sharing come ipotetico generatore di regolarità enunciative
Denicolai L.
2021-01-01
Abstract
La frequentazione quotidiana di ambienti digitali in cui possiamo vedere un contenuto ha ormai modificato le nostre abitudini e le nostre esperienze di fruizione sia documentale sia visuale. Una vasta letteratura, anche interdisciplinare, analizza cioè i cambiamenti estetici, pragmatici e cognitivi apportati dal web e si sofferma, nello specifico del nostro caso, sulla possibilità di assistere a prodotti audiovisivi su piattaforme online che non solo fungono da archivio nel senso letterale del termine, ma che, al tempo stesso, consentono anche di avere un approccio creativo, oltre che di risemantizzazione e di disseminazione, di enunciati visuali. Partendo dalla lettura dell’Archeologia del sapere di Foucault e dal suo concetto di archivio e riferendosi alla quotidianità dell’utente, è possibile ipotizzare una natura archivistica di YouTube, cioè a dire di spazio generatore (e regolatore) di enunciati, di linearità di comportamento e di organizzazione discorsiva? Al tempo stesso, considerando, tra gli altri, la tesi di Huhtamo (1996), YouTube si può configurare come un bacino culturale di topoi da cui attingere per dare vita a forme per così dire performative (cioè a eventi), come in una nuova proposizione della classica dicotomia saussuriana langue/parole? L’intervento intende presentare le linee introduttive di tale ipotesi problematica, anche riferendosi ad alcuni casi.File | Dimensione | Formato | |
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