Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, in funzione nomofilattica, affermano il principio per cui il convenuto in appello, a pena di decadenza, ha l’onere di riproporre nella comparsa di risposta depositata non oltre la prima udienza le domande e le eccezioni che in primo grado sono state assorbite (sulle quali, cioè, non si è avuta alcuna decisione, neppure implicita). Secondo l’Autore, il richiamo alle norme del primo grado di giudizio compiuto dall’art. 359 c.p.c., nonché il canone ermeneutico teso a favorire la ragionevole durata del processo, rendono preferibile la diversa soluzione per cui la decadenza va correlata al termine per la tempestiva costituzione dell’appellato e, dunque, nel rito ordinario di cognizione, al ventesimo giorno prece-dente tale udienza.
Sul termine per riproporre in appello le domande e le eccezioni assorbite in primo grado.
Alberto Ronco
2019-01-01
Abstract
Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, in funzione nomofilattica, affermano il principio per cui il convenuto in appello, a pena di decadenza, ha l’onere di riproporre nella comparsa di risposta depositata non oltre la prima udienza le domande e le eccezioni che in primo grado sono state assorbite (sulle quali, cioè, non si è avuta alcuna decisione, neppure implicita). Secondo l’Autore, il richiamo alle norme del primo grado di giudizio compiuto dall’art. 359 c.p.c., nonché il canone ermeneutico teso a favorire la ragionevole durata del processo, rendono preferibile la diversa soluzione per cui la decadenza va correlata al termine per la tempestiva costituzione dell’appellato e, dunque, nel rito ordinario di cognizione, al ventesimo giorno prece-dente tale udienza.File | Dimensione | Formato | |
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