Di fronte ad una vittima di violenza sessuale la priorità assistenziale dovrà essere la tutela della sua salute e del suo benessere. È importante restituire alla donna il suo valore di persona in ogni fase del percorso clinico. Trattare la donna con rispetto ed empatia può essere di aiuto nella successiva elaborazione del trauma. • L’esame fisico e la raccolta delle prove dovrebbero avvenire nello stesso tempo per evitare visite ripetute e lo stress a queste correlato. La completezza dell’esame comporta un inevitabile impegno di tempo e di risorse da parte del personale sanitario. • Sarà importante riservare una stanza predisposta per accogliere la vittima per tutto il tempo che rimane nella struttura (in caso di Ospedale la stanza dovrà essere preferibilmente nel punto di ac‑ cesso e cioè il Pronto Soccorso). Il personale dovrà rivolgersi alla vittima con voce calma, senza esprimere sorpresa o incredulità, con parole e atteggiamento assolutamente non giudicante. • Per aiutare il sanitario ad applicare correttamente le procedure diagnostiche e terapeutiche validate, è suggerito l’impiego di una SCHEDA CLINICA GUIDATA che si applica alle ragazze di età superiore ai 13 anni e alle donne adulte. • La scheda costituisce documentazione clinica da archiviare e da consegnare eventualmente alla donna in copia per gli usi che ritiene opportuni (per es. la denuncia) oltre al verbale di Pronto Soc‑ corso che viene abitualmente compilato. È inoltre uno strumento che favorisce la raccolta di dati epidemiologici per lo studio del fenomeno. • Si dovrà ottenere il consenso per tutta la procedura e per la comunicazione delle informazioni a terzi. Le domande e le scelte della donna saranno assecondate in ogni fase. Nel caso in cui il personale sanitario debba procedere con la denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria, la donna deve esserne informata ma non è richiesto consenso. • La scheda clinica guidata dovrà inserirsi in una PROCEDURA di accoglienza più ampia sviluppata in modo MULTIDISCIPLINARE che preveda un iter specifico fin dal momento in cui la donna incontra la struttura (generalmente il pronto soccorso) per la risposta standardizzata a ogni problematica presente in caso di violenza sessuale. In particolare si dovrà definire un protocollo per il metodo di raccolta e conservazione delle prove forensi, un protocollo per la profilassi dell’HIV, un protocollo per i test tossi‑ cologici dato che spesso la violenza è facilitata dall’uso di sostanze, infine un protocollo per la presa in carico successiva della vittima che non può essere abbandonata dopo la prima valutazione. • La costituzione di una RETE multidisciplinare composta dalle varie competenze e risorse presenti nello specifico ambito territoriale garantirà la coerenza della presa in carico in fase iniziale e di quella nei tempi successivi, per una tutela della vittima non solo sanitaria ma anche psicologica e sociale nonché legale. La legge prevede la denuncia a querela di parte entro dodici mesi, quando non sono presenti le condizioni per denuncia d’ufficio.

RACCOMANDAZIONI PER L’ASSISTENZA ALLA DONNA VITTIMA DI VIOLENZA SESSUALE

Canavese, Antonella;Castagna, Paola;Gino, Sarah;Mortara, Giulia;Viora, Elsa
2020-01-01

Abstract

Di fronte ad una vittima di violenza sessuale la priorità assistenziale dovrà essere la tutela della sua salute e del suo benessere. È importante restituire alla donna il suo valore di persona in ogni fase del percorso clinico. Trattare la donna con rispetto ed empatia può essere di aiuto nella successiva elaborazione del trauma. • L’esame fisico e la raccolta delle prove dovrebbero avvenire nello stesso tempo per evitare visite ripetute e lo stress a queste correlato. La completezza dell’esame comporta un inevitabile impegno di tempo e di risorse da parte del personale sanitario. • Sarà importante riservare una stanza predisposta per accogliere la vittima per tutto il tempo che rimane nella struttura (in caso di Ospedale la stanza dovrà essere preferibilmente nel punto di ac‑ cesso e cioè il Pronto Soccorso). Il personale dovrà rivolgersi alla vittima con voce calma, senza esprimere sorpresa o incredulità, con parole e atteggiamento assolutamente non giudicante. • Per aiutare il sanitario ad applicare correttamente le procedure diagnostiche e terapeutiche validate, è suggerito l’impiego di una SCHEDA CLINICA GUIDATA che si applica alle ragazze di età superiore ai 13 anni e alle donne adulte. • La scheda costituisce documentazione clinica da archiviare e da consegnare eventualmente alla donna in copia per gli usi che ritiene opportuni (per es. la denuncia) oltre al verbale di Pronto Soc‑ corso che viene abitualmente compilato. È inoltre uno strumento che favorisce la raccolta di dati epidemiologici per lo studio del fenomeno. • Si dovrà ottenere il consenso per tutta la procedura e per la comunicazione delle informazioni a terzi. Le domande e le scelte della donna saranno assecondate in ogni fase. Nel caso in cui il personale sanitario debba procedere con la denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria, la donna deve esserne informata ma non è richiesto consenso. • La scheda clinica guidata dovrà inserirsi in una PROCEDURA di accoglienza più ampia sviluppata in modo MULTIDISCIPLINARE che preveda un iter specifico fin dal momento in cui la donna incontra la struttura (generalmente il pronto soccorso) per la risposta standardizzata a ogni problematica presente in caso di violenza sessuale. In particolare si dovrà definire un protocollo per il metodo di raccolta e conservazione delle prove forensi, un protocollo per la profilassi dell’HIV, un protocollo per i test tossi‑ cologici dato che spesso la violenza è facilitata dall’uso di sostanze, infine un protocollo per la presa in carico successiva della vittima che non può essere abbandonata dopo la prima valutazione. • La costituzione di una RETE multidisciplinare composta dalle varie competenze e risorse presenti nello specifico ambito territoriale garantirà la coerenza della presa in carico in fase iniziale e di quella nei tempi successivi, per una tutela della vittima non solo sanitaria ma anche psicologica e sociale nonché legale. La legge prevede la denuncia a querela di parte entro dodici mesi, quando non sono presenti le condizioni per denuncia d’ufficio.
2020
Fondazione Confalonieri Ragonese, AOGOI, SIGO, AGUI
10 - maggio 2020 revisione della pubblicazione luglio 2019
1
43
supporto elettronico
https://www.sigo.it/wp-content/uploads/2019/10/Raccomandazioni_AssistenzaViolenzaSessuale.pdf
violenza, sessuale
Angeletti, Gloria; Rita Barbaro, Luisa; Beninato, Laura; Borsari, Silvana; Bucciantini, Sandra; Canavese, Antonella; Castagna, Paola; Citernesi, Angela; De Chiara, Lavinia; De Palma, Emanuella; Gabriella De Silvio, Maria; Dei, Metella; Dogà, Giorgia; Rosa Donvito, Vita; Dubini, Valeria; Falcieri, Marcella; Fiori, Manuela; Fiorillo, Francesca; Gallicchio, Anna; Gino, Sarah; Rosa Giolito, Maria; Kustermann, Alessandra; Lepera, Achiropita; Michieli, Raffaella; Mortara, Giulia; Perissinotto, Giulia; Toschi, Marina; Uglietti, Anna; Viora, Elsa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1791285
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