La condizione della disabilità, che si colloca tra le evenienze più impegnative che possono incidere sullo sviluppo della personalità, sulle relazioni socio-affettive e sulla vita quotidiana, non si configura solo come una questione fisica, mentale o sensoriale, ma coinvolge tutto l’individuo completamente, per l’intera vita, nella sua soggettività e nelle relazioni sociali, rendendo manifeste la fragilità e la vulnerabilità insite in ogni individuo e diventando un vero e proprio modo di esistere. Si tratta di una tematica che riguarda tutti: nelle nostre società, forse ancor più che in quelle del passato, dati i pericoli e le condizioni di vita cui siamo esposti, ciascuno di noi potrebbe esserne colpito. Osservare tale condizione in un’accezione sociologica significa anche indagare l’immagine sociale e le valenze culturali, morali, scientifiche ed economiche che si attribuiscono comunemente alla persona con disabilità. Se le differenze psicosomatiche, organiche e funzionali, estetiche e comportamentali possono suscitare reazioni emotive originate da meccanismi di difesa, la disabilità stessa non può che essere intesa come un indicatore di incapacità che impedisce l’assunzione di responsabilità e comporta pertanto una condizione di dipendenza. Nonostante la complessità che contraddistingue la società postmoderna, in questo momento colpita dalla pandemia che richiederà di modulare un nuovo concetto di normalità e di rispetto della diversità, occorre che a ciascun individuo, in quanto componente essenziale del tessuto sociale e democratico, sia garantita la possibilità di scelta, che include l’opportunità di partecipazione culturale e sociale per contribuire al miglioramento del proprio ambiente di vita. In questo volume, nato dalla sinergia di persone, enti, contributi disciplinari e professionali diversi, il valore delle differenze emerge sia sul piano teorico, sia su quello sociale e operativo. La prima parte comprende saggi di studiosi e docenti universitari relativi al binomio educazione/disabilità, la seconda parte si sofferma sui processi normativi e istituzionali che hanno precorso la realtà socio-educativa del Centro Diurno Socio-Formativo e Riabilitativo del CISA ASTI SUD, su cui si focalizza l’attenzione, mentre la terza parte presenta i dati ottenuti tramite una ricerca sul campo, i cambiamenti di rotta dovuti alla situazione pandemica e, infine, la raccolta iconografica relativa alla vita quotidiana e alle attività offerte dal Centro stesso, interpretata secondo la prospettiva della sociologia visuale. Il Centro Diurno Socio Terapeutico Riabilitativo del CISA ASTI SUD, attualmente gestito da GESSTER srl, si connota nel territorio del Sud astigiano come una realtà dai significati molteplici, che possono trovare il loro spazio di comprensione nei destinatari, in quanto beneficiari di interventi; negli operatori, quali professionisti capaci di orientare le proprie attitudini e competenze a scopi educativi; nel territorio, in quanto luogo privilegiato per la diffusione di una cultura dell’inclusione attraverso la realizzazione di progetti significativi e di buone prassi. In tale cornice, il percorso intrapreso dall’équipe del Centro Diurno, motivata inizialmente da ideali di servizio e di condivisione, ha assunto nel tempo una consapevolezza professionale che, partendo dai canoni idealistici dell’etica sociale, si è mossa verso il desiderio di creare spazi di significato, in cui il benessere delle persone coinvolte – compresi gli operatori e i volontari – potesse diventare un vero “laboratorio di comunità”, in cui far emergere la ricchezza della diversità sul piano umano e sociale.

Un laboratorio permanente di inclusione sociale. Il punto di vista degli operatori

Maria Adelaide Gallina
2021-01-01

Abstract

La condizione della disabilità, che si colloca tra le evenienze più impegnative che possono incidere sullo sviluppo della personalità, sulle relazioni socio-affettive e sulla vita quotidiana, non si configura solo come una questione fisica, mentale o sensoriale, ma coinvolge tutto l’individuo completamente, per l’intera vita, nella sua soggettività e nelle relazioni sociali, rendendo manifeste la fragilità e la vulnerabilità insite in ogni individuo e diventando un vero e proprio modo di esistere. Si tratta di una tematica che riguarda tutti: nelle nostre società, forse ancor più che in quelle del passato, dati i pericoli e le condizioni di vita cui siamo esposti, ciascuno di noi potrebbe esserne colpito. Osservare tale condizione in un’accezione sociologica significa anche indagare l’immagine sociale e le valenze culturali, morali, scientifiche ed economiche che si attribuiscono comunemente alla persona con disabilità. Se le differenze psicosomatiche, organiche e funzionali, estetiche e comportamentali possono suscitare reazioni emotive originate da meccanismi di difesa, la disabilità stessa non può che essere intesa come un indicatore di incapacità che impedisce l’assunzione di responsabilità e comporta pertanto una condizione di dipendenza. Nonostante la complessità che contraddistingue la società postmoderna, in questo momento colpita dalla pandemia che richiederà di modulare un nuovo concetto di normalità e di rispetto della diversità, occorre che a ciascun individuo, in quanto componente essenziale del tessuto sociale e democratico, sia garantita la possibilità di scelta, che include l’opportunità di partecipazione culturale e sociale per contribuire al miglioramento del proprio ambiente di vita. In questo volume, nato dalla sinergia di persone, enti, contributi disciplinari e professionali diversi, il valore delle differenze emerge sia sul piano teorico, sia su quello sociale e operativo. La prima parte comprende saggi di studiosi e docenti universitari relativi al binomio educazione/disabilità, la seconda parte si sofferma sui processi normativi e istituzionali che hanno precorso la realtà socio-educativa del Centro Diurno Socio-Formativo e Riabilitativo del CISA ASTI SUD, su cui si focalizza l’attenzione, mentre la terza parte presenta i dati ottenuti tramite una ricerca sul campo, i cambiamenti di rotta dovuti alla situazione pandemica e, infine, la raccolta iconografica relativa alla vita quotidiana e alle attività offerte dal Centro stesso, interpretata secondo la prospettiva della sociologia visuale. Il Centro Diurno Socio Terapeutico Riabilitativo del CISA ASTI SUD, attualmente gestito da GESSTER srl, si connota nel territorio del Sud astigiano come una realtà dai significati molteplici, che possono trovare il loro spazio di comprensione nei destinatari, in quanto beneficiari di interventi; negli operatori, quali professionisti capaci di orientare le proprie attitudini e competenze a scopi educativi; nel territorio, in quanto luogo privilegiato per la diffusione di una cultura dell’inclusione attraverso la realizzazione di progetti significativi e di buone prassi. In tale cornice, il percorso intrapreso dall’équipe del Centro Diurno, motivata inizialmente da ideali di servizio e di condivisione, ha assunto nel tempo una consapevolezza professionale che, partendo dai canoni idealistici dell’etica sociale, si è mossa verso il desiderio di creare spazi di significato, in cui il benessere delle persone coinvolte – compresi gli operatori e i volontari – potesse diventare un vero “laboratorio di comunità”, in cui far emergere la ricchezza della diversità sul piano umano e sociale.
2021
Persone, processi e contesti inclusivi. Il Centro Diurno del Cisa Asti Sud come spazio di conquista umana e sociale
FrancoAngeli
Percorsi di ricerca
154
160
978-88-351-1897-8
inclusione, laboratorio
Maria Adelaide Gallina
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