Studioso di eccezionale valore, universalmente noto per i contributi d’avanguardia dati alla scienza delle costruzioni e alla teoria matematica dell’elasticità, Colonnetti appartiene - come scrisse l’amico Franco Antonicelli - a quel “collettivo spirituale e morale che tenne viva un’altra Italia accanto a quella ufficiale”. Antifascista perché uomo di cultura, spirito libero e fervente cattolico, sollevato dalla carica di rettore del Politecnico di Torino nel 1925 per il suo rifiuto di piegarsi a compromessi con il regime, Colonnetti fu costretto all’esilio in Svizzera nell’autunno del 1943 per sfuggire alle rappresaglie dei repubblichini di Salò. Per lui fu l’inizio di una nuova stagione di attività accademica al servizio delle vittime delle persecuzioni per ragioni politiche e razziali. Riparato a Losanna, Colonnetti creò “un lembo di Università italiana in terra straniera” istituendo a Friburgo, Ginevra, Huttwil, Losanna, Mürren e Neuchâtel sei Campi Universitari per studenti militari internati. Quella dei Campi - come vedremo nel nostro intervento - fu non solo una bella storia di solidarietà e di speranza ma anche un’esperienza didattica e culturale di straordinaria intensità, volta a rieducare allo studio e al libero pensiero migliaia di giovani, cui affidare la ricostruzione materiale e morale del Paese dalle macerie della guerra.

‘Senza libertà, nessuna vita degna di tale nome’. Gustavo Colonnetti e i Campi Universitari in Svizzera

Luciano Erika
2021-01-01

Abstract

Studioso di eccezionale valore, universalmente noto per i contributi d’avanguardia dati alla scienza delle costruzioni e alla teoria matematica dell’elasticità, Colonnetti appartiene - come scrisse l’amico Franco Antonicelli - a quel “collettivo spirituale e morale che tenne viva un’altra Italia accanto a quella ufficiale”. Antifascista perché uomo di cultura, spirito libero e fervente cattolico, sollevato dalla carica di rettore del Politecnico di Torino nel 1925 per il suo rifiuto di piegarsi a compromessi con il regime, Colonnetti fu costretto all’esilio in Svizzera nell’autunno del 1943 per sfuggire alle rappresaglie dei repubblichini di Salò. Per lui fu l’inizio di una nuova stagione di attività accademica al servizio delle vittime delle persecuzioni per ragioni politiche e razziali. Riparato a Losanna, Colonnetti creò “un lembo di Università italiana in terra straniera” istituendo a Friburgo, Ginevra, Huttwil, Losanna, Mürren e Neuchâtel sei Campi Universitari per studenti militari internati. Quella dei Campi - come vedremo nel nostro intervento - fu non solo una bella storia di solidarietà e di speranza ma anche un’esperienza didattica e culturale di straordinaria intensità, volta a rieducare allo studio e al libero pensiero migliaia di giovani, cui affidare la ricostruzione materiale e morale del Paese dalle macerie della guerra.
2021
50
1
129
143
Colonnetti, Internamento, Svizzera, Seconda Guerra Mondiale
Luciano Erika
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