Il libro si incentra sull'analisi di una fonte processuale di epoca medievale, un liber testium prodotto nel 1336, durante l’ennesima controversia che oppone la città di Vercelli e quella di Pavia per il possesso di una manciata di località poste al confine fra i due distretti. Il particolare interesse di questa fonte è dato dal ruolo dirompente e del tutto inatteso che si trovano a giocare i testimoni, in gran parte esponenti di famiglie nobili del distretto vercellese (i "da Robbio" e i "da Palestro"). Chiamati di fronte al giudice a supportare le prerogative giurisdizionali della città, i signori decidono invece di cogliere l’occasione per ribadire le proprie prerogative signorili sulle località: è così che una causa nata per discutere la giurisdizione cittadina si trasforma in un excursus secolare sulla giurisdizione signorile, che risale ai "pacta antiqua" di inizio Duecento. Saranno proprio i signori a contrapporre alla visione monolitica e totalizzante della città – frutto di un lavorio secolare sulle nozioni di districtus e di cittadinanza – un’idea di giurisdizione assai più articolata, e che alla base ha ancora, alla metà del XIV secolo, la “proprietas” e la “possessio” della terra.
La giurisdizione a processo. Vercelli, Pavia e i domini della comarcha (XIII-XIV secolo)
flavia negro
First
2020-01-01
Abstract
Il libro si incentra sull'analisi di una fonte processuale di epoca medievale, un liber testium prodotto nel 1336, durante l’ennesima controversia che oppone la città di Vercelli e quella di Pavia per il possesso di una manciata di località poste al confine fra i due distretti. Il particolare interesse di questa fonte è dato dal ruolo dirompente e del tutto inatteso che si trovano a giocare i testimoni, in gran parte esponenti di famiglie nobili del distretto vercellese (i "da Robbio" e i "da Palestro"). Chiamati di fronte al giudice a supportare le prerogative giurisdizionali della città, i signori decidono invece di cogliere l’occasione per ribadire le proprie prerogative signorili sulle località: è così che una causa nata per discutere la giurisdizione cittadina si trasforma in un excursus secolare sulla giurisdizione signorile, che risale ai "pacta antiqua" di inizio Duecento. Saranno proprio i signori a contrapporre alla visione monolitica e totalizzante della città – frutto di un lavorio secolare sulle nozioni di districtus e di cittadinanza – un’idea di giurisdizione assai più articolata, e che alla base ha ancora, alla metà del XIV secolo, la “proprietas” e la “possessio” della terra.File | Dimensione | Formato | |
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