Il contributo si sofferma sulle tre sentenze con cui tra il 1961 e il 1969 – in un Paese ancora fortemente segnato dal sentimento religioso, ma in procinto di subire cambiamenti epocali, a partire dal campo della morale sessuale – venne affrontata la questione della repressione penale dell’adulterio della moglie, in assenza di una corrispettiva previsione normativa che sanzionasse l’analogo comportamento del marito, mettendo in luce come gli interventi della Corte costituzionale interessino lo studioso del diritto per via dell’andamento contrastante delle loro motivazioni, oscillante tra l'assunzione di un presupposto culturale di matrice comunitarista (volto a far prevalere l'interesse al mantenimento dell'unità familiare sulla libertà della donna) e l'assunzione di un presupposto culturale di matrice individualista (volto a far prevalere la libertà della donna sull'interesse al mantenimento dell'unità familiare).
La Corte costituzionale italiana e la repressione penale dell'adulterio femminile
Francesco Pallante
2021-01-01
Abstract
Il contributo si sofferma sulle tre sentenze con cui tra il 1961 e il 1969 – in un Paese ancora fortemente segnato dal sentimento religioso, ma in procinto di subire cambiamenti epocali, a partire dal campo della morale sessuale – venne affrontata la questione della repressione penale dell’adulterio della moglie, in assenza di una corrispettiva previsione normativa che sanzionasse l’analogo comportamento del marito, mettendo in luce come gli interventi della Corte costituzionale interessino lo studioso del diritto per via dell’andamento contrastante delle loro motivazioni, oscillante tra l'assunzione di un presupposto culturale di matrice comunitarista (volto a far prevalere l'interesse al mantenimento dell'unità familiare sulla libertà della donna) e l'assunzione di un presupposto culturale di matrice individualista (volto a far prevalere la libertà della donna sull'interesse al mantenimento dell'unità familiare).File | Dimensione | Formato | |
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