HaTikva in ebraico significa “la speranza”. È il titolo dell’inno nazionale dello Stato d’Israele che nasce prendendo a prestito due versi di una poesia, scritta tra il 1877 e il 1878, da Naftali Herz Himber. Si tratta di una melodia che, ancor prima che l’ONU decretasse la rinascita d’Israele come Stato, racchiudeva al suo interno tutto il soundscape del Paese che già era nato, migliaia di anni prima, e che continuava ad esistere nel cuore di ogni ebreo nel mondo. Indipendentemente da un discorso squisitamente politico, che non è nostra intenzione affrontare e che esula dagli scopi del presente volume, è innegabile che il popolo ebraico abbia avuto, nei millenni, un unico riferimento territoriale, Israele, e che tutta la tradizione ebraica converga verso quell’unico centro. Abbiamo pertanto cercato di presentare ai lettori la complessità del rapporto che lega il popolo ebraico alla Terra d’Israele e a Gerusalemme. Il testo che vi state apprestando a leggere vuole proprio narrare di questa unicità e di questo legame, culturale e identitario, e lo vuole fare attraverso aspetti diversi: dal punto di vista più squisitamente religioso a quello storico-archeologico e geografico. Le nostre fonti sono state pertanto gli studi archeologici, storici, geografici, ma anche il Tanakh, il Talmud e alcuni midrashim. Dal punto di vista dell’appassionato di geografia, Israele è infatti il miglior caso di studio possibile per affrontare le tematiche proprie della geografia culturale in quanto, per comprendere le specificità del Paese, senza pregiudizi di sorta, non possiamo fare a meno di addentrarci nei suoi molteplici aspetti.

Laura Beltramo e Daniela Santus, HaTikva. Spazio e percezione nel Tanakh e in Eretz Israel, Torino, Nuova Trauben, 2021

Santus Daniela
2021-01-01

Abstract

HaTikva in ebraico significa “la speranza”. È il titolo dell’inno nazionale dello Stato d’Israele che nasce prendendo a prestito due versi di una poesia, scritta tra il 1877 e il 1878, da Naftali Herz Himber. Si tratta di una melodia che, ancor prima che l’ONU decretasse la rinascita d’Israele come Stato, racchiudeva al suo interno tutto il soundscape del Paese che già era nato, migliaia di anni prima, e che continuava ad esistere nel cuore di ogni ebreo nel mondo. Indipendentemente da un discorso squisitamente politico, che non è nostra intenzione affrontare e che esula dagli scopi del presente volume, è innegabile che il popolo ebraico abbia avuto, nei millenni, un unico riferimento territoriale, Israele, e che tutta la tradizione ebraica converga verso quell’unico centro. Abbiamo pertanto cercato di presentare ai lettori la complessità del rapporto che lega il popolo ebraico alla Terra d’Israele e a Gerusalemme. Il testo che vi state apprestando a leggere vuole proprio narrare di questa unicità e di questo legame, culturale e identitario, e lo vuole fare attraverso aspetti diversi: dal punto di vista più squisitamente religioso a quello storico-archeologico e geografico. Le nostre fonti sono state pertanto gli studi archeologici, storici, geografici, ma anche il Tanakh, il Talmud e alcuni midrashim. Dal punto di vista dell’appassionato di geografia, Israele è infatti il miglior caso di studio possibile per affrontare le tematiche proprie della geografia culturale in quanto, per comprendere le specificità del Paese, senza pregiudizi di sorta, non possiamo fare a meno di addentrarci nei suoi molteplici aspetti.
2021
Nuova Trauben
Geografia, culture e società
6
1
218
9788899312831
Geografia, ebraismo, percezione, Israele
Santus Daniela
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