L’articolo prende in considerazione gli esiti musicali del culto di s. Antonio di Vienne nell’Europa del Quattrocento, secolo di massima fioritura dell’omonimo Ordine ospedaliero irradiatosi in tutta Europa dall’abbazia di La-Motte-aux-Bois (Delfinato). La ricognizione concerne opere relativamente note come la messa polifonica composta da Du Fay e quella composta sul suo esempio da un autore anonimo, ma anche opere pressoché ignote come un mottetto adespoto affiorato di recente in un Liber cantus veneto databile intorno al 1440. Basato su un testo conosciuto finora solo tramite fonti sensibilmente più tarde (O Anthoni, expulsor demonum), il mottetto è messo in relazione col testo di un ufficio antoniano trasmesso da un manoscritto coevo, un messale ad uso della seconda sede per importanza dell’Ordine: la precettoria di S. Antonio di Ranverso (Buttigliera Alta, Torino). Ignorato dagli studi musicologici, questo manoscritto - attualmente conservato a Losanna - contribuisce alla composizione del quadro dell’oltremodo instabile liturgia antoniana. Insieme a una biografia illustrata del santo, copiata intorno al 1430 dall’originale prodotto nel 1426 per dall’abbazia di La-Motte-aux-Bois, il messale di Ranverso è messo in relazione con lo straordinario ciclo pittorico affrescato intorno al 1415 da Giacomo Jaquerio e i suoi collaboratori nella chiesa della Precettoria.
Margaritae ante porcos. Musica per s. Antonio di Vienne nell'Europa del Quattrocento
Rizzuti
2021-01-01
Abstract
L’articolo prende in considerazione gli esiti musicali del culto di s. Antonio di Vienne nell’Europa del Quattrocento, secolo di massima fioritura dell’omonimo Ordine ospedaliero irradiatosi in tutta Europa dall’abbazia di La-Motte-aux-Bois (Delfinato). La ricognizione concerne opere relativamente note come la messa polifonica composta da Du Fay e quella composta sul suo esempio da un autore anonimo, ma anche opere pressoché ignote come un mottetto adespoto affiorato di recente in un Liber cantus veneto databile intorno al 1440. Basato su un testo conosciuto finora solo tramite fonti sensibilmente più tarde (O Anthoni, expulsor demonum), il mottetto è messo in relazione col testo di un ufficio antoniano trasmesso da un manoscritto coevo, un messale ad uso della seconda sede per importanza dell’Ordine: la precettoria di S. Antonio di Ranverso (Buttigliera Alta, Torino). Ignorato dagli studi musicologici, questo manoscritto - attualmente conservato a Losanna - contribuisce alla composizione del quadro dell’oltremodo instabile liturgia antoniana. Insieme a una biografia illustrata del santo, copiata intorno al 1430 dall’originale prodotto nel 1426 per dall’abbazia di La-Motte-aux-Bois, il messale di Ranverso è messo in relazione con lo straordinario ciclo pittorico affrescato intorno al 1415 da Giacomo Jaquerio e i suoi collaboratori nella chiesa della Precettoria.File | Dimensione | Formato | |
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