I mezzi di comunicazione di massa e, ancor più, i cosiddetti “new media” sono costellati di notizie riguardanti l’alimentazione e i suoi effetti sulla salute: dai cereali all’avocado, dal glutammato monosodico alle proteine, dagli OGM ai prodotti dell’agricoltura biologica, ecc., sono innumerevoli gli alimenti condannati come “killer silenziosi” o, al contrario, celebrati come “superfood”. In simile universo “gastromaniaco” (cfr. Marrone 2014), il discorso alimentare sembra oscillare incessantemente tra “falsi miti” e vere e proprie teorie cospirative (Stano 2016b), con una proliferazione decisamente più marcata sui media digitali. Pur offrendo efficaci strumenti di informazione, infatti, il Web 2.0 sembra aver considerevolmente ampliato il fenomeno della cosiddetta “disinformazione”, contribuendo in maniera decisiva alla diffusione del cospirazionismo (Kimminich 2016; Craft, Ashley, Maksl 2017). Sulla base di simili considerazioni, intendiamo riflettere sui meccanismi semio-culturali soggiacenti alla circolazione dei discorsi cospirativi inerenti all’universo alimentare sul Web, mediante un duplice approccio. Da una parte, ci soffermeremo sui processi comunicativi che li caratterizzano, analizzando casi rilevanti di teorie del complotto relative all’universo alimentare diffusesi su e tramite i social network alla luce delle più recenti teorie nell’ambito delle scienze della comunicazione—dall’acceso dibattito sulla “viralità” (Cosenza 2014; Paschalidis 2015; Ferraro, Lorusso 2016; Marino, Thibault 2016; Stano 2016a; Thompson 2017) al concetto di spreadability introdotto da Jenkins, Ford, Green (2013), dalle riflessioni di Starbird (2017) sull’“ecosistema mediatico alternativo” alle osservazioni sulle echo chambers e gli effetti di polarizzazione indotti dai media digitali (Varis, Blommaert 2014; Del Vicario et al. 2016; Quattrociocchi, Vicini 2016). Dall’altra, rivolgeremo particolare attenzione alle strategie testuali e discorsive che caratterizzano simili discorsi, rispondendo ad alcuni quesiti di particolare importanza: quali sono i modi e le forme di tali rappresentazioni? A quali dispositivi enunciativi ricorrono maggiormente? Come si identifica il loro Lettore Modello? Come il loro Autore Modello (cfr. Eco 1979)? Quali sono, in definitiva, gli effetti di senso che ne scaturiscono?

Il discorso alimentare tra teorie cospirative e mitologie del presente digitale: un approccio semio-culturale

STANO, Simona
2021-01-01

Abstract

I mezzi di comunicazione di massa e, ancor più, i cosiddetti “new media” sono costellati di notizie riguardanti l’alimentazione e i suoi effetti sulla salute: dai cereali all’avocado, dal glutammato monosodico alle proteine, dagli OGM ai prodotti dell’agricoltura biologica, ecc., sono innumerevoli gli alimenti condannati come “killer silenziosi” o, al contrario, celebrati come “superfood”. In simile universo “gastromaniaco” (cfr. Marrone 2014), il discorso alimentare sembra oscillare incessantemente tra “falsi miti” e vere e proprie teorie cospirative (Stano 2016b), con una proliferazione decisamente più marcata sui media digitali. Pur offrendo efficaci strumenti di informazione, infatti, il Web 2.0 sembra aver considerevolmente ampliato il fenomeno della cosiddetta “disinformazione”, contribuendo in maniera decisiva alla diffusione del cospirazionismo (Kimminich 2016; Craft, Ashley, Maksl 2017). Sulla base di simili considerazioni, intendiamo riflettere sui meccanismi semio-culturali soggiacenti alla circolazione dei discorsi cospirativi inerenti all’universo alimentare sul Web, mediante un duplice approccio. Da una parte, ci soffermeremo sui processi comunicativi che li caratterizzano, analizzando casi rilevanti di teorie del complotto relative all’universo alimentare diffusesi su e tramite i social network alla luce delle più recenti teorie nell’ambito delle scienze della comunicazione—dall’acceso dibattito sulla “viralità” (Cosenza 2014; Paschalidis 2015; Ferraro, Lorusso 2016; Marino, Thibault 2016; Stano 2016a; Thompson 2017) al concetto di spreadability introdotto da Jenkins, Ford, Green (2013), dalle riflessioni di Starbird (2017) sull’“ecosistema mediatico alternativo” alle osservazioni sulle echo chambers e gli effetti di polarizzazione indotti dai media digitali (Varis, Blommaert 2014; Del Vicario et al. 2016; Quattrociocchi, Vicini 2016). Dall’altra, rivolgeremo particolare attenzione alle strategie testuali e discorsive che caratterizzano simili discorsi, rispondendo ad alcuni quesiti di particolare importanza: quali sono i modi e le forme di tali rappresentazioni? A quali dispositivi enunciativi ricorrono maggiormente? Come si identifica il loro Lettore Modello? Come il loro Autore Modello (cfr. Eco 1979)? Quali sono, in definitiva, gli effetti di senso che ne scaturiscono?
2021
Trame nascoste. Teorie della cospirazione e miti sul lato in ombra della società
Mimesis
49
67
978-8-857-58077-7
Teorie del complotto; miti alimentari; sensibilità al glutine; mezzi di comunicazione; semiotica
STANO, Simona
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