Il contributo si propone di investigare la struttura di organi assembleari concernenti insediamenti urbani (colonie e municipi) all’interno del Piemonte romanizzato, con specifico riferimento all’età imperiale (ed in parte anche tardoimperiale). L’area presa in esame non coincide integralmente con il territorio dell’attuale Regione Piemonte. Essa piuttosto è raffigurabile con quell’area che si estende dall’odierno confine con la Francia fino alla zona pianeggiante a ridosso delle ultime propaggini alpine: in sostanza quel territorio che dalle città di Savigliano e Saluzzo (nel cuneese) si propaga fino all’imbocco della Valle d’Aosta, a settentrione, e non oltre il Monferrato astigiano, a oriente. La cosiddetta romanizzazione di questa area appare più che verosimilmente determinata (diremmo meglio decisa) in relazione al soddisfacimento di esigenze strettamente connesse con particolari assetti delle vicende politico-costituzionali dello Stato romano, a partire dalla media età repubblicana: proprio questo territorio (ancor più, a quanto sembra, rispetto a quelle terre che pur appartenendo oggi – invero a partire dalla seconda metà del Settecento - all’area piemontese ne sono sempre apparse piuttosto periferiche, come quelle delle colonie di Derthona e dell’assai più enigmatica Libarna, connesse al controllo di vie di comunicazioni strategiche tra la pianura del Po e il mare) ha rappresentato una sorta di dotazione aggiuntiva per la realizzazione di quella politica di ridistribuzione della terra (con conseguente tentativo di frantumazione del latifondo soprattutto in Etruria) avviata da Tiberio Gracco e di accrescimento economico in connessione con lo sfruttamento delle risorse metallifere (soprattutto aurifere) presenti nell’anfiteatro morenico di Ivrea (si pensi appunto alla miniera del sito della Bessa, sul crinale della Serra d'Ivrea, una delle più estese in territorio italico). Il contributo, premessi brevi cenni relativi allo scenario indicato, procede alla evidenziazione di insediamenti urbani e della relativa struttura organizzativa (magistrature ed assemblee locali), facendo in buona parte riferimento a testimonianze epigrafiche.
Sulle tracce di organi assembleari e dei relativi componenti nel Piemonte della media e tarda età imperiale
Masuelli Saverio
2021-01-01
Abstract
Il contributo si propone di investigare la struttura di organi assembleari concernenti insediamenti urbani (colonie e municipi) all’interno del Piemonte romanizzato, con specifico riferimento all’età imperiale (ed in parte anche tardoimperiale). L’area presa in esame non coincide integralmente con il territorio dell’attuale Regione Piemonte. Essa piuttosto è raffigurabile con quell’area che si estende dall’odierno confine con la Francia fino alla zona pianeggiante a ridosso delle ultime propaggini alpine: in sostanza quel territorio che dalle città di Savigliano e Saluzzo (nel cuneese) si propaga fino all’imbocco della Valle d’Aosta, a settentrione, e non oltre il Monferrato astigiano, a oriente. La cosiddetta romanizzazione di questa area appare più che verosimilmente determinata (diremmo meglio decisa) in relazione al soddisfacimento di esigenze strettamente connesse con particolari assetti delle vicende politico-costituzionali dello Stato romano, a partire dalla media età repubblicana: proprio questo territorio (ancor più, a quanto sembra, rispetto a quelle terre che pur appartenendo oggi – invero a partire dalla seconda metà del Settecento - all’area piemontese ne sono sempre apparse piuttosto periferiche, come quelle delle colonie di Derthona e dell’assai più enigmatica Libarna, connesse al controllo di vie di comunicazioni strategiche tra la pianura del Po e il mare) ha rappresentato una sorta di dotazione aggiuntiva per la realizzazione di quella politica di ridistribuzione della terra (con conseguente tentativo di frantumazione del latifondo soprattutto in Etruria) avviata da Tiberio Gracco e di accrescimento economico in connessione con lo sfruttamento delle risorse metallifere (soprattutto aurifere) presenti nell’anfiteatro morenico di Ivrea (si pensi appunto alla miniera del sito della Bessa, sul crinale della Serra d'Ivrea, una delle più estese in territorio italico). Il contributo, premessi brevi cenni relativi allo scenario indicato, procede alla evidenziazione di insediamenti urbani e della relativa struttura organizzativa (magistrature ed assemblee locali), facendo in buona parte riferimento a testimonianze epigrafiche.File | Dimensione | Formato | |
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