La congiunzione della semiotica come filosofia dei segni e della significazione, con la spiritualità come attitudine e pratica della natura sensibile e del divino, costituisce il nostro campo generale in cui districarsi per ragionare su autobiografia e autoritratto. Il volto del sé che emerge da queste testualità, risultante da enunciazioni fattesi forma, implica una referenzialità propriocettiva nonché una riflessione ipseica evidenziata dallo stesso prefisso auto-. L’antropocene, avvertendo il rischio di estremizzare le variabili e ridurle ad una sola categoria dove l’umano non vede altro che sé stesso ed eventualmente i proprio simili, si sta schiudendo a collaborazione ed inclusione: la rivalutazione di prospettive in cui vivente e non vivente interagiscono nella costruzione di un’epistemologia coniugata e condivisa, permette, anche dal punto di vista dell’interpretazione segnica e discorsiva, di accogliere nel territorio prettamente scientifico, questioni pseudoscientifiche vicine all’alchimia, alla metafisica, alla spiritualità. Il dialogo tra cultura e natura si accentua ulteriormente proprio alla luce delle nuove – nonché millenarie - consapevolezze legate a corporeità e materialità, ambiente tangibile e intangibile. La situatività del corpo cosciente e l’enattivismo autopoietico, sono approcci fondanti solamente se coniugati alla particolare attenzione verso l’alterità soggetto-oggetto, alla pertinenza vettoriale di condivisione sinergica, alla disposizione di un ascolto reciproco e multiversale...
Della mistica nell’arte. Parallelismi tra autobiografie e autoritratti spirituali.
BARBOTTO Silvia
In corso di stampa
Abstract
La congiunzione della semiotica come filosofia dei segni e della significazione, con la spiritualità come attitudine e pratica della natura sensibile e del divino, costituisce il nostro campo generale in cui districarsi per ragionare su autobiografia e autoritratto. Il volto del sé che emerge da queste testualità, risultante da enunciazioni fattesi forma, implica una referenzialità propriocettiva nonché una riflessione ipseica evidenziata dallo stesso prefisso auto-. L’antropocene, avvertendo il rischio di estremizzare le variabili e ridurle ad una sola categoria dove l’umano non vede altro che sé stesso ed eventualmente i proprio simili, si sta schiudendo a collaborazione ed inclusione: la rivalutazione di prospettive in cui vivente e non vivente interagiscono nella costruzione di un’epistemologia coniugata e condivisa, permette, anche dal punto di vista dell’interpretazione segnica e discorsiva, di accogliere nel territorio prettamente scientifico, questioni pseudoscientifiche vicine all’alchimia, alla metafisica, alla spiritualità. Il dialogo tra cultura e natura si accentua ulteriormente proprio alla luce delle nuove – nonché millenarie - consapevolezze legate a corporeità e materialità, ambiente tangibile e intangibile. La situatività del corpo cosciente e l’enattivismo autopoietico, sono approcci fondanti solamente se coniugati alla particolare attenzione verso l’alterità soggetto-oggetto, alla pertinenza vettoriale di condivisione sinergica, alla disposizione di un ascolto reciproco e multiversale...File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Contributo per il Volume "Autobiografie spirituali" - I Saggi di LEXIA
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