Come descrivere un personaggio storico poco noto quando le fonti non consentono di estrapolarne l’immagine biografica? Come sfruttare un corpus documentario attento prevalentemente alla dimensione patrimoniale di un ente (ricognizioni feudali) quando l’intento è indagare il ruolo svolto da un singolo individuo in quella stessa istituzione? Anglici fu priore della collegiata di Sant’Orso tra il 1440 e il 1468. Di lui la storiografia fornisce scarne informazioni: originario del Vaud, dei signori di Saint-Alban, egli fu prevosto di Saint-Gilles di Verrès, poi ultimo priore regolare di Sant’Orso. La vita stessa della collegiata rimane schiacciata sotto il peso della rinascita artistica patrocinata dal suo successore, Giorgio di Challant, primo priore commendatario. Eppure proprio il passaggio alla commenda rappresenta uno snodo centrale nell’azione di Anglici, che non subì, ma preparò – attraverso un duro conflitto interno alla chiesa aostana – la transizione alla commenda, nelle forme più adatte a tutelare l'integrità patrimoniale dell'ente. Non solo, ma l’apparente impasse – tipologia documentaria inadatta a soddisfare gli scopi della ricerca – trova soluzione attraverso una più profonda riflessione su quelle stesse fonti contenutisticamente così lontane dal ritratto scritto. La documentazione non si limita infatti a registrare gli atti compiuti dal priore, ma rappresenta essa stessa un esito della sua attività: le scelte documentarie traducono una precisa volontà di ridefinizione del patrimonio e dell’amministrazione dell’ente. Dovendo fronteggiare una situazione di difficoltà gestionale, Anglici promosse un’azione di riforma documentaria, basata sull’adozione di registri. L’organizzazione archivistica raggiunta, affiancata da un’analisi dei titoli attribuiti al priore nella documentazione, rivela come un individuo, impegnato nella riorganizzazione dell’istituzione affidatagli, lavori contestualmente alla costruzione di un ritratto consapevole di sé: uomo risoluto, conoscitore del diritto, astuto concertatore. Alla luce del profilo delineatosi, lo stesso contenuto documentario aiuta a meglio definire il personaggio e a comprenderne le scelte operate nella diocesi aostana della metà del XV secolo.
Un ritratto scolpito tra i faldoni d'archivio. Umberto Anglici priore di Sant'Orso d'Aosta (1440-1467/68)
Corniolo, Elena
2019-01-01
Abstract
Come descrivere un personaggio storico poco noto quando le fonti non consentono di estrapolarne l’immagine biografica? Come sfruttare un corpus documentario attento prevalentemente alla dimensione patrimoniale di un ente (ricognizioni feudali) quando l’intento è indagare il ruolo svolto da un singolo individuo in quella stessa istituzione? Anglici fu priore della collegiata di Sant’Orso tra il 1440 e il 1468. Di lui la storiografia fornisce scarne informazioni: originario del Vaud, dei signori di Saint-Alban, egli fu prevosto di Saint-Gilles di Verrès, poi ultimo priore regolare di Sant’Orso. La vita stessa della collegiata rimane schiacciata sotto il peso della rinascita artistica patrocinata dal suo successore, Giorgio di Challant, primo priore commendatario. Eppure proprio il passaggio alla commenda rappresenta uno snodo centrale nell’azione di Anglici, che non subì, ma preparò – attraverso un duro conflitto interno alla chiesa aostana – la transizione alla commenda, nelle forme più adatte a tutelare l'integrità patrimoniale dell'ente. Non solo, ma l’apparente impasse – tipologia documentaria inadatta a soddisfare gli scopi della ricerca – trova soluzione attraverso una più profonda riflessione su quelle stesse fonti contenutisticamente così lontane dal ritratto scritto. La documentazione non si limita infatti a registrare gli atti compiuti dal priore, ma rappresenta essa stessa un esito della sua attività: le scelte documentarie traducono una precisa volontà di ridefinizione del patrimonio e dell’amministrazione dell’ente. Dovendo fronteggiare una situazione di difficoltà gestionale, Anglici promosse un’azione di riforma documentaria, basata sull’adozione di registri. L’organizzazione archivistica raggiunta, affiancata da un’analisi dei titoli attribuiti al priore nella documentazione, rivela come un individuo, impegnato nella riorganizzazione dell’istituzione affidatagli, lavori contestualmente alla costruzione di un ritratto consapevole di sé: uomo risoluto, conoscitore del diritto, astuto concertatore. Alla luce del profilo delineatosi, lo stesso contenuto documentario aiuta a meglio definire il personaggio e a comprenderne le scelte operate nella diocesi aostana della metà del XV secolo.File | Dimensione | Formato | |
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