Protagonisti della fitta rete di rapporti culturali e musicali che contraddistinse i centri e gli ambienti più vivaci dell’Europa di Antico Regime furono ambasciatori e consoli, che frequentavano teatri, cerchie aristocratiche e contesti più o meno istituzionali, erano artefici della circolazione di fonti e repertori, potevano favorire carriere e prestazioni professionali e non mancavano di sfruttare a fini politici i contatti dei compositori e dei virtuosi che facevano la spola fra le diverse corti. Il caso portoghese è paradigmatico, in questo senso: i diplomatici erano sollecitati a mettere al corrente i sovrani delle novità musicali, a ingaggiare cantanti, ballerini e strumentisti, a spedire in patria libretti e partiture dei titoli che si allestivano sui palcoscenici più prestigiosi, ad acquistare strumenti musicali per l’orchestra di corte. Donde l’abbondanza di notizie presenti nella corrispondenza di ministri, ambasciatori e consoli. Proprio la corrispondenza diplomatica, mai indagata prima relativamente ai rapporti musicali fra due capitali — Lisbona e Torino — legate anche da vincoli dinastici (le mogli di Giuseppe I e di Vittorio Amedeo III di Savoia, Marianna Vittoria e Maria Antonia Ferdinanda di Borbone-Spagna, erano sorelle), fa luce sugli scambi di partiture, libretti e strumenti fra le due corti, dà ragione della presenza nella Biblioteca da Ajuda di Lisbona di numerosi — e spesso rarissimi — manoscritti di titoli rappresentati a Torino nel secondo Settecento e apre nuove piste di ricerca su opere e oratori (ad esempio sulla "Betulia liberata" di Gaetano Pugnani).

"Soave sia il vento": partiture, libretti e strumenti musicali in viaggio da Torino a Lisbona nel secondo Settecento (dalle carte degli ambasciatori)

COLTURATO
2021-01-01

Abstract

Protagonisti della fitta rete di rapporti culturali e musicali che contraddistinse i centri e gli ambienti più vivaci dell’Europa di Antico Regime furono ambasciatori e consoli, che frequentavano teatri, cerchie aristocratiche e contesti più o meno istituzionali, erano artefici della circolazione di fonti e repertori, potevano favorire carriere e prestazioni professionali e non mancavano di sfruttare a fini politici i contatti dei compositori e dei virtuosi che facevano la spola fra le diverse corti. Il caso portoghese è paradigmatico, in questo senso: i diplomatici erano sollecitati a mettere al corrente i sovrani delle novità musicali, a ingaggiare cantanti, ballerini e strumentisti, a spedire in patria libretti e partiture dei titoli che si allestivano sui palcoscenici più prestigiosi, ad acquistare strumenti musicali per l’orchestra di corte. Donde l’abbondanza di notizie presenti nella corrispondenza di ministri, ambasciatori e consoli. Proprio la corrispondenza diplomatica, mai indagata prima relativamente ai rapporti musicali fra due capitali — Lisbona e Torino — legate anche da vincoli dinastici (le mogli di Giuseppe I e di Vittorio Amedeo III di Savoia, Marianna Vittoria e Maria Antonia Ferdinanda di Borbone-Spagna, erano sorelle), fa luce sugli scambi di partiture, libretti e strumenti fra le due corti, dà ragione della presenza nella Biblioteca da Ajuda di Lisbona di numerosi — e spesso rarissimi — manoscritti di titoli rappresentati a Torino nel secondo Settecento e apre nuove piste di ricerca su opere e oratori (ad esempio sulla "Betulia liberata" di Gaetano Pugnani).
2021
Helicon Resonans. Studi in onore di Alberto Basso per il suo 90° compleanno
Libreria Musicale Italiana
Studi e saggi
517
542
9788855431064
Musica (sec. XVIII), Opera (sec. XVIII), Oratorio (sec. XVIII), Manoscritti musicali, Libretti d'opera, Strumenti musicali, Torino, Lisbona
COLTURATO
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1831660
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact