Le aree alpine negli ultimi decenni del Novecento sono state testimoni di un notevole processo di spopolamento: gli effetti sull'ambiente causati dall'abbandono delle pratiche agropastorali si sono estesi oltre la dimensione locale, cambiando i caratteri del paesaggio e le tradizioni culturali e trasformando queste aree in terre marginali. Ma da qualche anno nell’intero arco alpino esistono diverse realtà che stanno cercando di reintrodurre differenti tipi di coltivazioni storicamente documentate: ad esempio la segale, cereale di montagna per eccellenza che, pur non essendo originaria delle Alpi, era indispensabile e fondamentale per l’alimentazione e per la quotidianità fino agli anni ’50 del secolo scorso. Il suo recupero, che è al contempo economico, culturale e turistico, gioca un ruolo significativo – e fortificante, a mio parere – nell’interazione, nella collaborazione e negli scambi tra le comunità locali e funziona da trait d’union fra tradizione e contemporaneità. Questo esempio sarà utile a mostrare che la reintroduzione di coltivazioni locali e storicamente documentate, se rivitalizza l’economia regionale e al contempo tutela l’ambiente, permette di porre l’accento sul fatto che indagare lo spazio alpino attraverso l’implementazione di modelli di sostenibilità culturale ed economica, enfatizzando la rete relazionale e rafforzando l’integrazione e il comportamento attraverso la conoscenza-apprendimento-ricordo, coinvolge le comunità locali in un ruolo più attivo nella società.
“Soltanto le montagne non si incontrano”. Buone pratiche per il recupero di colture/culture locali fra tradizione e innovazione
BONATO, Laura
2021-01-01
Abstract
Le aree alpine negli ultimi decenni del Novecento sono state testimoni di un notevole processo di spopolamento: gli effetti sull'ambiente causati dall'abbandono delle pratiche agropastorali si sono estesi oltre la dimensione locale, cambiando i caratteri del paesaggio e le tradizioni culturali e trasformando queste aree in terre marginali. Ma da qualche anno nell’intero arco alpino esistono diverse realtà che stanno cercando di reintrodurre differenti tipi di coltivazioni storicamente documentate: ad esempio la segale, cereale di montagna per eccellenza che, pur non essendo originaria delle Alpi, era indispensabile e fondamentale per l’alimentazione e per la quotidianità fino agli anni ’50 del secolo scorso. Il suo recupero, che è al contempo economico, culturale e turistico, gioca un ruolo significativo – e fortificante, a mio parere – nell’interazione, nella collaborazione e negli scambi tra le comunità locali e funziona da trait d’union fra tradizione e contemporaneità. Questo esempio sarà utile a mostrare che la reintroduzione di coltivazioni locali e storicamente documentate, se rivitalizza l’economia regionale e al contempo tutela l’ambiente, permette di porre l’accento sul fatto che indagare lo spazio alpino attraverso l’implementazione di modelli di sostenibilità culturale ed economica, enfatizzando la rete relazionale e rafforzando l’integrazione e il comportamento attraverso la conoscenza-apprendimento-ricordo, coinvolge le comunità locali in un ruolo più attivo nella società.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Soltanto le montagne.pdf
Accesso aperto
Descrizione: articolo principale
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
331.79 kB
Formato
Adobe PDF
|
331.79 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.