Nell’abitare informale convivono pratiche di auto-organizzazione e innovazione sociale con fenomeni di criminalità urbana. Due angolature plausibili nella stessa sfera del «non pianificato», in cui si complica il confine tra la «prassi» e la «norma». Qui si aprono opportunità di autodifesa della società rispetto alla dismissione delle politiche sociali per il diritto all’abitare (occupazioni, auto-costruzione, reti di solidarietà comunitaria). Tuttavia, nella sfera dell’abitare informale possiamo trovare gruppi violenti, anche di criminalità organizzata, che presidiano il territorio, occupano e distribuiscono gli alloggi. Imponenti politiche di sicurezza urbana sono state implementate per contenere entrambi questi fenomeni, concentrandosi sul controllo e sulla militarizzazione dei territori, rischiando di criminalizzare interi contesti sociali. Un approccio che occulta le logiche che presiedono al regime della disuguaglianza urbana. Il saggio riflette su queste ambivalenze guardando alle periferie di Roma e, in particolare, al rapporto tra abitare informale e complessi di edilizia pubblica in quartieri a forte concentrazione di svantaggio sociale.
Abitare informale e regolazione violenta. Disagio abitativo e reti criminali ai margini della Capitale
MARTONE Vittorio
2021-01-01
Abstract
Nell’abitare informale convivono pratiche di auto-organizzazione e innovazione sociale con fenomeni di criminalità urbana. Due angolature plausibili nella stessa sfera del «non pianificato», in cui si complica il confine tra la «prassi» e la «norma». Qui si aprono opportunità di autodifesa della società rispetto alla dismissione delle politiche sociali per il diritto all’abitare (occupazioni, auto-costruzione, reti di solidarietà comunitaria). Tuttavia, nella sfera dell’abitare informale possiamo trovare gruppi violenti, anche di criminalità organizzata, che presidiano il territorio, occupano e distribuiscono gli alloggi. Imponenti politiche di sicurezza urbana sono state implementate per contenere entrambi questi fenomeni, concentrandosi sul controllo e sulla militarizzazione dei territori, rischiando di criminalizzare interi contesti sociali. Un approccio che occulta le logiche che presiedono al regime della disuguaglianza urbana. Il saggio riflette su queste ambivalenze guardando alle periferie di Roma e, in particolare, al rapporto tra abitare informale e complessi di edilizia pubblica in quartieri a forte concentrazione di svantaggio sociale.File | Dimensione | Formato | |
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