Nell’ultimo biennio regionalismo e federalismo sono stati oggetto di una serie di critiche molto penetranti per aver asseritamente impedito un più efficace contrasto alla pandemia tuttora in corso. Sullo sfondo di tale dibattito, che ha interessato tanto il nostro Paese, quanto altri ordinamenti europei ed extra-europei, l’Italia si appresta ora a far uso delle risorse derivanti dal cd. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) secondo un approccio programmatico di natura prevalentemente burocratica e dirigistica, preordinato a concedere uno spazio assai modesto all’indirizzo politico regionale. In questo contesto di generale riconsiderazione dei vantaggi di un ordinamento composto, due giuristi scelgono di andare controcorrente e dare alle stampe un volume che “alza la posta” del dibattito in corso, nel tentativo di orientarlo verso l’«incremento delle asimmetrie» e non certo verso la loro progressiva riduzione. Non si tratta, del resto, di due autori qualunque, bensì di due professori ordinari di diritto tributario, Andrea Giovanardi e Dario Stevanato, che in passato sono stati membri della delegazione incaricata dalla Regione Veneto di trattare con il Governo sulle modalità con le quali ottenere «ulteriori forme e condizioni di autonomia», ai sensi dell’art. 116, co. 3 Cost. Nel riannodare i fili di quelle convulse vicende negoziali, il volume non può, quindi, che essere connotato da un disegno di politica del diritto molto preciso, in quanto fortemente incline a riprendere la discussione lasciata in sospeso. L’argomentazione di un tale indirizzo in sede accademica appare, nondimeno, quantomai opportuna, specie in un contesto nel quale buona parte della dottrina costituzionalistica ha, invece, criticato – specie sotto il profilo finanziario – le bozze di intesa firmate dal Governo Gentiloni con le Regioni richiedenti (2018), nonché le successive pre-intese siglate dal Governo Conte I (2019). È proprio su questo specifico aspetto, particolarmente spinoso, che si concentra, allora, l’analisi di Giovanardi e Stevanato, meticolosa tanto nell’indagare i presupposti finanziari del regionalismo differenziato, quanto nell’esaminare le modalità per assicurare un finanziamento costituzionalmente compatibile dei futuri trasferimenti di competenze. La recensione del volume che qui si offre al lettore vuole essere essa stessa un modesto contributo alla discussione.
Allontanare lo spettro della “centralizzazione statalista”: il regionalismo differenziato dopo la pandemia.
Boggero Giovanni
2021-01-01
Abstract
Nell’ultimo biennio regionalismo e federalismo sono stati oggetto di una serie di critiche molto penetranti per aver asseritamente impedito un più efficace contrasto alla pandemia tuttora in corso. Sullo sfondo di tale dibattito, che ha interessato tanto il nostro Paese, quanto altri ordinamenti europei ed extra-europei, l’Italia si appresta ora a far uso delle risorse derivanti dal cd. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) secondo un approccio programmatico di natura prevalentemente burocratica e dirigistica, preordinato a concedere uno spazio assai modesto all’indirizzo politico regionale. In questo contesto di generale riconsiderazione dei vantaggi di un ordinamento composto, due giuristi scelgono di andare controcorrente e dare alle stampe un volume che “alza la posta” del dibattito in corso, nel tentativo di orientarlo verso l’«incremento delle asimmetrie» e non certo verso la loro progressiva riduzione. Non si tratta, del resto, di due autori qualunque, bensì di due professori ordinari di diritto tributario, Andrea Giovanardi e Dario Stevanato, che in passato sono stati membri della delegazione incaricata dalla Regione Veneto di trattare con il Governo sulle modalità con le quali ottenere «ulteriori forme e condizioni di autonomia», ai sensi dell’art. 116, co. 3 Cost. Nel riannodare i fili di quelle convulse vicende negoziali, il volume non può, quindi, che essere connotato da un disegno di politica del diritto molto preciso, in quanto fortemente incline a riprendere la discussione lasciata in sospeso. L’argomentazione di un tale indirizzo in sede accademica appare, nondimeno, quantomai opportuna, specie in un contesto nel quale buona parte della dottrina costituzionalistica ha, invece, criticato – specie sotto il profilo finanziario – le bozze di intesa firmate dal Governo Gentiloni con le Regioni richiedenti (2018), nonché le successive pre-intese siglate dal Governo Conte I (2019). È proprio su questo specifico aspetto, particolarmente spinoso, che si concentra, allora, l’analisi di Giovanardi e Stevanato, meticolosa tanto nell’indagare i presupposti finanziari del regionalismo differenziato, quanto nell’esaminare le modalità per assicurare un finanziamento costituzionalmente compatibile dei futuri trasferimenti di competenze. La recensione del volume che qui si offre al lettore vuole essere essa stessa un modesto contributo alla discussione.File | Dimensione | Formato | |
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