La rivoluzione digitale ha portato alla nascita di un nuovo modello economico in cui i dati e la conoscenza in generale si attestano come la più promettente risorsa dell’era postindustriale. Nel concetto di conoscenza è insito un conflitto di fondo. Da un lato, l’interesse privato a capitalizzarne il valore, che rende strategica la pro- prietà intellettuale come forma di controllo del sapere. Dall’altro, l’interesse gene- rale a riservare al pubblico dominio – ovvero alla libera fruizione collettiva – una parte sostanziale del capitale intellettuale e semantico e del patrimonio culturale. L’economia di rete, fondata sulla condivisione di conoscenza, soffre oggi un gap di contenuti di pubblico dominio. Appena il 10% del patrimonio culturale europeo è digitalizzato e meno della metà è accessibile in rete e disponibile per il riutilizzo. A risponderne è in primo luogo il diritto che stenta a riconoscere tutela alle istanze di accesso aperto ai beni comuni. La presente monografia guida il lettore attraverso le varie aree del diritto che contribuiscono a restringere il perimetro del pubblico dominio. Il volume spazia dal diritto d’autore, al regolamento a tutela dei dati per- sonali, dal codice dei beni culturali, alla recente proposta di Data Governance Act. Conclude, infine, che nell’equo bilanciamento tra gli interessi in conflitto, ogni con- sociato dovrebbe vantare un diritto soggettivo alla libera utilizzazione dei beni im- materiali che compongono il pubblico dominio: un “diritto al pubblico dominio”
Il pubblico dominio nella società della conoscenza. L’interesse generale al libero utilizzo del capitale intellettuale comune
Jacopo Ciani Sciolla
2021-01-01
Abstract
La rivoluzione digitale ha portato alla nascita di un nuovo modello economico in cui i dati e la conoscenza in generale si attestano come la più promettente risorsa dell’era postindustriale. Nel concetto di conoscenza è insito un conflitto di fondo. Da un lato, l’interesse privato a capitalizzarne il valore, che rende strategica la pro- prietà intellettuale come forma di controllo del sapere. Dall’altro, l’interesse gene- rale a riservare al pubblico dominio – ovvero alla libera fruizione collettiva – una parte sostanziale del capitale intellettuale e semantico e del patrimonio culturale. L’economia di rete, fondata sulla condivisione di conoscenza, soffre oggi un gap di contenuti di pubblico dominio. Appena il 10% del patrimonio culturale europeo è digitalizzato e meno della metà è accessibile in rete e disponibile per il riutilizzo. A risponderne è in primo luogo il diritto che stenta a riconoscere tutela alle istanze di accesso aperto ai beni comuni. La presente monografia guida il lettore attraverso le varie aree del diritto che contribuiscono a restringere il perimetro del pubblico dominio. Il volume spazia dal diritto d’autore, al regolamento a tutela dei dati per- sonali, dal codice dei beni culturali, alla recente proposta di Data Governance Act. Conclude, infine, che nell’equo bilanciamento tra gli interessi in conflitto, ogni con- sociato dovrebbe vantare un diritto soggettivo alla libera utilizzazione dei beni im- materiali che compongono il pubblico dominio: un “diritto al pubblico dominio”File | Dimensione | Formato | |
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