Giorgio Vasari sembra legare la riuscita della più celebre delle imprese mantovane di Giulio, palazzo Te, a un felice impiego dello stucco nell’architettura e nella decorazione: il Pippi era infatti riuscito, attraverso la tecnica di matrice antica riscoperta da Giovanni da Udine e messa in opera nei cantieri di Raffaello nell’Urbe, a trasformare la città dei Gonzaga in una nuova Roma. Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorre alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto. Si presentano due disegni inediti che testimoniano la perduta decorazione della volta della cappella della Maddalena in Trinità de Monti. Il testo offre un contributo alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma in grado di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.
Giulio Romano e lo stucco: disegno, progetto, esecuzione, nel segno dell’Antico e di Raffaello
Serena Quagliaroli
2021-01-01
Abstract
Giorgio Vasari sembra legare la riuscita della più celebre delle imprese mantovane di Giulio, palazzo Te, a un felice impiego dello stucco nell’architettura e nella decorazione: il Pippi era infatti riuscito, attraverso la tecnica di matrice antica riscoperta da Giovanni da Udine e messa in opera nei cantieri di Raffaello nell’Urbe, a trasformare la città dei Gonzaga in una nuova Roma. Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorre alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto. Si presentano due disegni inediti che testimoniano la perduta decorazione della volta della cappella della Maddalena in Trinità de Monti. Il testo offre un contributo alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma in grado di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.File | Dimensione | Formato | |
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