Attraversando passi noti e meno noti della seconda tragedia manzoniana, il saggio si fa percorso di progressivo avvicinamento al modo con cui Manzoni corregge le funzioni della tragedia classica alla luce della propria visione cristiana del mondo, approdando, per tale via, all’abbandono del genere tragico in favore del romanzo. Cardine dell’analisi lessicale e retorica, sempre in dialogo con la filigrana biblica, è l’accostamento di anfibologia e correctio, la cui presenza viene censita ed esplicitata in singoli sintagmi come gruppi di versi per porre in rilievo le contraddizioni fra prospettiva umana e prospettiva divina. Alleata della particolare ironia tragica manzoniana, la correctio anfibologica provoca il lettore a cogliere nelle battute dei personaggi il paradosso della storia e, insieme, il senso della sua destinazione ultima, oltre l’esperienza. Considerando in questa luce i temi cari alla tragedia, fra cui l’onore, la vergogna, la colpa, la sconfitta, si scopre come l’« inaudito che salva » si insinui proprio nel rovesciamento di significato che la prospettiva cristiana opera sulla tradizione classica, la cui costellazione lessicale tragica ne esce rinnovata e persino disposta a scendere dalle forme sublimi della tragedia nella quotidianità della microstoria in cui sono inseriti i personaggi romanzeschi.
"L'inaudito che salva". Per una lettura dell'"Adelchi"
Boggione Valter
2022-01-01
Abstract
Attraversando passi noti e meno noti della seconda tragedia manzoniana, il saggio si fa percorso di progressivo avvicinamento al modo con cui Manzoni corregge le funzioni della tragedia classica alla luce della propria visione cristiana del mondo, approdando, per tale via, all’abbandono del genere tragico in favore del romanzo. Cardine dell’analisi lessicale e retorica, sempre in dialogo con la filigrana biblica, è l’accostamento di anfibologia e correctio, la cui presenza viene censita ed esplicitata in singoli sintagmi come gruppi di versi per porre in rilievo le contraddizioni fra prospettiva umana e prospettiva divina. Alleata della particolare ironia tragica manzoniana, la correctio anfibologica provoca il lettore a cogliere nelle battute dei personaggi il paradosso della storia e, insieme, il senso della sua destinazione ultima, oltre l’esperienza. Considerando in questa luce i temi cari alla tragedia, fra cui l’onore, la vergogna, la colpa, la sconfitta, si scopre come l’« inaudito che salva » si insinui proprio nel rovesciamento di significato che la prospettiva cristiana opera sulla tradizione classica, la cui costellazione lessicale tragica ne esce rinnovata e persino disposta a scendere dalle forme sublimi della tragedia nella quotidianità della microstoria in cui sono inseriti i personaggi romanzeschi.File | Dimensione | Formato | |
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