Nel 2006 l’approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (UN, 2006) costringe a ripensare in maniera radicale la nostra modalità di sostenere e accompagnare le persone con disabilità anche complesse: metodologie e approcci che fino a qualche anno fa rispondevano pienamente agli obiettivi condivisi ad oggi rispondono sempre meno, sono sempre più messi in crisi. Intendere le persone con disabilità come titolari di diritti indipendentemente dalle caratteristiche significa infatti cambiare gli obiettivi: non siamo più chiamati a cercare dei modi per accudire, educare e custodire ma mettere in campo professionalità e competenze per creare le condizioni di contesto, sociali e materiali affinché le persone con disabilità- a prescindere dalle capacità che riescono a sviluppare- siano messe in condizione di costruire il proprio progetto di vita nel mondo di tutti. È in questo scenario articolato che si collocano le sperimentazioni del Centro studi per i diritti e la vita indipendente dell’Università di Torino. L’obiettivo è definire nuove metodologie e modelli che si collochino autenticamente all’interno del nuovo paradigma. I risultati sono incoraggianti: sempre più numerose sperimentazioni mostrano che si può, concretamente e nel quotidiano, lavorare in modo totalmente rispettoso dei diritti, mettendo a punto e praticando metodi strumenti e modelli che si collocano nel nuovo paradigma. Le sperimentazioni nell’ultimo anno stanno sfociando in sempre più numerosi accompagnamenti formativi a servizi, pubblici o del terzo settore, che iniziano a trasformarsi in una rete che oggi raccoglie un numero così ampio di soggetti tra famiglie, associazioni, enti e centri di ricerca che lavorano quotidianamente per l’attuazione.
Progetto di vita e paradigma dei diritti
Cecilia Marchisio;Natascia Curto
2022-01-01
Abstract
Nel 2006 l’approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (UN, 2006) costringe a ripensare in maniera radicale la nostra modalità di sostenere e accompagnare le persone con disabilità anche complesse: metodologie e approcci che fino a qualche anno fa rispondevano pienamente agli obiettivi condivisi ad oggi rispondono sempre meno, sono sempre più messi in crisi. Intendere le persone con disabilità come titolari di diritti indipendentemente dalle caratteristiche significa infatti cambiare gli obiettivi: non siamo più chiamati a cercare dei modi per accudire, educare e custodire ma mettere in campo professionalità e competenze per creare le condizioni di contesto, sociali e materiali affinché le persone con disabilità- a prescindere dalle capacità che riescono a sviluppare- siano messe in condizione di costruire il proprio progetto di vita nel mondo di tutti. È in questo scenario articolato che si collocano le sperimentazioni del Centro studi per i diritti e la vita indipendente dell’Università di Torino. L’obiettivo è definire nuove metodologie e modelli che si collochino autenticamente all’interno del nuovo paradigma. I risultati sono incoraggianti: sempre più numerose sperimentazioni mostrano che si può, concretamente e nel quotidiano, lavorare in modo totalmente rispettoso dei diritti, mettendo a punto e praticando metodi strumenti e modelli che si collocano nel nuovo paradigma. Le sperimentazioni nell’ultimo anno stanno sfociando in sempre più numerosi accompagnamenti formativi a servizi, pubblici o del terzo settore, che iniziano a trasformarsi in una rete che oggi raccoglie un numero così ampio di soggetti tra famiglie, associazioni, enti e centri di ricerca che lavorano quotidianamente per l’attuazione.File | Dimensione | Formato | |
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