Lo studio delle popolazioni coloniali consente talvolta di accostare le fonti classiche della demografia ad altre fonti, più originali e spesso dettagliate, che ad oggi restano ampiamente inesplorate. Il presente contributo mira alla ricostruzione della popolazione missionaria appartenente alla congregazione delle Pie Madri della Nigrizia, che fa parte di una popolazione missionaria femminile e maschile ben più ampia che si è susseguita sul territorio eritreo fin dai tempi della presenza italiana. La scelta della congregazione in esame è riconducibile almeno a tre ordini di fattori: la qualità della fonte e dei dati per l’arco temporale in osservazione (1914-2014), che si presentano completi e con un ottimo livello di attendibilità ed adeguatezza, in quanto reperiti presso l’archivio della congregazione e ai quali si aggiungono le storie di vita recuperate attraverso gli scritti e i racconti orali delle missionarie, fondamentali per capire la peculiarità del caso eritreo rispetto all’esperienza in aree circostanti, ad esempio il Sudan, e per dare maggiore spessore al dato quantitativo. Inoltre, le Pie Madri della Nigrizia numericamente rappresentano la presenza più rilevante, cui segue una interessante mobilità sul territorio ma anche su più vasta scala. Infine, il fatto che si tratti di una congregazione femminile consente di valorizzare l’approccio di genere, anche contestualizzando l’esperienza rispetto alla realtà di origine e a quella di arrivo. La peculiarità delle popolazioni missionarie nella loro componente straniera consiste nelle dinamiche, poiché l’incremento si deve solo a nuove immissioni, mentre sul decremento influiscono tanto fattori naturali (mortalità) che sociali (uscita dalla vita religiosa, rimpatri e spostamenti in altri territori). Il flusso migratorio in osservazione è doppiamente selezionato, ovvero ha particolari caratteristiche socio-demografiche (sesso, età, stato civile, strutture e pratiche della convivenza) rispetto al resto della popolazione italiana traferitasi in Eritrea, ma è anche il frutto di una selezione che avviene all’interno della congregazione stessa. L’analisi dell’esperienza missionaria proposta nel paper consente di correlare fatti demografici relativi alla comunità italiana in Eritrea con il contesto economico, sociale, politico e culturale in cui prendono forma, ma di conservare anche il contesto transnazionale in cui l’esperienza si colloca. La presenza religiosa ha contribuito al popolamento della colonia attraverso l’erogazione di servizi e l’assunzione di compiti atti a favorire l’insediamento delle famiglie e la cura dei militari, in quanto il governo italiano difettava di personale civile da impiegare soprattutto nel campo dell’istruzione e della sanità. Inoltre, da un punto di vista temporale, l’osservazione del trend demografico delle Pie Madri della Nigrizia si inserisce tanto nella storia della colonizzazione che in quella delle migrazioni, ma al contempo rappresenta un tratto di continuità fra il colonialismo e il post-colonialismo, poiché il contatto non è stato smarrito con la fine della seconda guerra mondiale e con la perdita delle colonie. La letteratura demografica tende a concentrare la propria attenzione sulle convivenze nelle popolazioni storiche dell’Europa, mentre quando si orienta a contesti extraeuropei (America Latina ed Africa in particolare), si focalizza prevalentemente sulla popolazione locale convertita e sulla vita comunitaria svolta attorno alle missioni. Gli studi storici, invece, pongono l’accento sull’attività “civilizzatrice” svolta dai missionari e sulle loro relazioni con le istituzioni coloniali. Questo contributo, invece, vuole essere una storia demografica della presenza femminile italiana in Eritrea attraverso lo studio demografico delle Pie Madri della Nigrizia e delle loro principali attività, in modo da comprendere come l’esperienza missionaria abbia influito sui tassi di morbidità e mortalità, sulla mobilità territoriale e su come tale esperienza abbia influito sulle opportunità condizionate dai ruoli di genere nell’arco temporale in osservazione, anche in comparazione con il più generale contesto italiano.

Femminile, plurale: Pie Madri della Nigrizia in Eritrea (1914-2014)

Valentina Fusari
2016-01-01

Abstract

Lo studio delle popolazioni coloniali consente talvolta di accostare le fonti classiche della demografia ad altre fonti, più originali e spesso dettagliate, che ad oggi restano ampiamente inesplorate. Il presente contributo mira alla ricostruzione della popolazione missionaria appartenente alla congregazione delle Pie Madri della Nigrizia, che fa parte di una popolazione missionaria femminile e maschile ben più ampia che si è susseguita sul territorio eritreo fin dai tempi della presenza italiana. La scelta della congregazione in esame è riconducibile almeno a tre ordini di fattori: la qualità della fonte e dei dati per l’arco temporale in osservazione (1914-2014), che si presentano completi e con un ottimo livello di attendibilità ed adeguatezza, in quanto reperiti presso l’archivio della congregazione e ai quali si aggiungono le storie di vita recuperate attraverso gli scritti e i racconti orali delle missionarie, fondamentali per capire la peculiarità del caso eritreo rispetto all’esperienza in aree circostanti, ad esempio il Sudan, e per dare maggiore spessore al dato quantitativo. Inoltre, le Pie Madri della Nigrizia numericamente rappresentano la presenza più rilevante, cui segue una interessante mobilità sul territorio ma anche su più vasta scala. Infine, il fatto che si tratti di una congregazione femminile consente di valorizzare l’approccio di genere, anche contestualizzando l’esperienza rispetto alla realtà di origine e a quella di arrivo. La peculiarità delle popolazioni missionarie nella loro componente straniera consiste nelle dinamiche, poiché l’incremento si deve solo a nuove immissioni, mentre sul decremento influiscono tanto fattori naturali (mortalità) che sociali (uscita dalla vita religiosa, rimpatri e spostamenti in altri territori). Il flusso migratorio in osservazione è doppiamente selezionato, ovvero ha particolari caratteristiche socio-demografiche (sesso, età, stato civile, strutture e pratiche della convivenza) rispetto al resto della popolazione italiana traferitasi in Eritrea, ma è anche il frutto di una selezione che avviene all’interno della congregazione stessa. L’analisi dell’esperienza missionaria proposta nel paper consente di correlare fatti demografici relativi alla comunità italiana in Eritrea con il contesto economico, sociale, politico e culturale in cui prendono forma, ma di conservare anche il contesto transnazionale in cui l’esperienza si colloca. La presenza religiosa ha contribuito al popolamento della colonia attraverso l’erogazione di servizi e l’assunzione di compiti atti a favorire l’insediamento delle famiglie e la cura dei militari, in quanto il governo italiano difettava di personale civile da impiegare soprattutto nel campo dell’istruzione e della sanità. Inoltre, da un punto di vista temporale, l’osservazione del trend demografico delle Pie Madri della Nigrizia si inserisce tanto nella storia della colonizzazione che in quella delle migrazioni, ma al contempo rappresenta un tratto di continuità fra il colonialismo e il post-colonialismo, poiché il contatto non è stato smarrito con la fine della seconda guerra mondiale e con la perdita delle colonie. La letteratura demografica tende a concentrare la propria attenzione sulle convivenze nelle popolazioni storiche dell’Europa, mentre quando si orienta a contesti extraeuropei (America Latina ed Africa in particolare), si focalizza prevalentemente sulla popolazione locale convertita e sulla vita comunitaria svolta attorno alle missioni. Gli studi storici, invece, pongono l’accento sull’attività “civilizzatrice” svolta dai missionari e sulle loro relazioni con le istituzioni coloniali. Questo contributo, invece, vuole essere una storia demografica della presenza femminile italiana in Eritrea attraverso lo studio demografico delle Pie Madri della Nigrizia e delle loro principali attività, in modo da comprendere come l’esperienza missionaria abbia influito sui tassi di morbidità e mortalità, sulla mobilità territoriale e su come tale esperienza abbia influito sulle opportunità condizionate dai ruoli di genere nell’arco temporale in osservazione, anche in comparazione con il più generale contesto italiano.
2016
Per una storia della popolazione italiana del Novecento
Forum
235
246
978-88-8420-947-4
Demografia coloniale; demografia storica; etnodemografia; Eritrea; missionarie
Valentina Fusari
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