Il tema delle migrazioni circolari ricorre oggi frequentemente all’interno del più ampio dibattito sulla necessità, da parte dell’Unione Europea, di sviluppare una comune governance del fenomeno delle migrazioni internazionali. Pur partendo dalla lettura che gli organi dell’Unione fanno di questo particolare modello di mobilità, indicandolo come cruciale nelle strategie per lo sviluppo dei Paesi di origine e per il controllo delle migrazioni illegali, questo contributo intende offrire profondità storica e culturale alla discussione sulla migrazione circolare, privilegiando un approccio “olistico”, teso a superare le posizioni eurocentriche e schiacciate sul presente e inglobando le esperienze passate e presenti dell’Africa subsahariana. Pertanto nella prima parte di questo lavoro, dopo una definizione di “migrazione circolare”, ripercorreremo i momenti in cui le migrazioni circolari hanno assunto maggiore rilevanza all’interno del discorso europeo sulle migrazioni, fino ad arrivare alle proposte più recenti in materia di politiche migratorie, dove occupano definitivamente un ruolo di primo piano. Al termine di questa sezione introduttiva, proveremo a mettere in evidenza alcuni aspetti critici e questioni aperte circa l’efficacia delle politiche che si basano su questo modello. La seconda parte del contributo presenta la prassi e il razionale della migrazione circolare in Africa sub-sahariana e nel Corno d’Africa nello specifico, mettendone poi in luce le difficoltà di rilevazione e mostrando come la logica demografica nei programmi di migrazione circolare Africa-Europa permanga ormai da quasi un secolo alla base delle politiche migratorie proposte nel corso del tempo. Infine, si pone l’accento sulla relazione fra sviluppo e migrazioni che oggi pare dominare il dibattito scientifico e mediatico.

Africa e Europa allo specchio: contesti e pretesti della mobilità circolare

Valentina Fusari
2017-01-01

Abstract

Il tema delle migrazioni circolari ricorre oggi frequentemente all’interno del più ampio dibattito sulla necessità, da parte dell’Unione Europea, di sviluppare una comune governance del fenomeno delle migrazioni internazionali. Pur partendo dalla lettura che gli organi dell’Unione fanno di questo particolare modello di mobilità, indicandolo come cruciale nelle strategie per lo sviluppo dei Paesi di origine e per il controllo delle migrazioni illegali, questo contributo intende offrire profondità storica e culturale alla discussione sulla migrazione circolare, privilegiando un approccio “olistico”, teso a superare le posizioni eurocentriche e schiacciate sul presente e inglobando le esperienze passate e presenti dell’Africa subsahariana. Pertanto nella prima parte di questo lavoro, dopo una definizione di “migrazione circolare”, ripercorreremo i momenti in cui le migrazioni circolari hanno assunto maggiore rilevanza all’interno del discorso europeo sulle migrazioni, fino ad arrivare alle proposte più recenti in materia di politiche migratorie, dove occupano definitivamente un ruolo di primo piano. Al termine di questa sezione introduttiva, proveremo a mettere in evidenza alcuni aspetti critici e questioni aperte circa l’efficacia delle politiche che si basano su questo modello. La seconda parte del contributo presenta la prassi e il razionale della migrazione circolare in Africa sub-sahariana e nel Corno d’Africa nello specifico, mettendone poi in luce le difficoltà di rilevazione e mostrando come la logica demografica nei programmi di migrazione circolare Africa-Europa permanga ormai da quasi un secolo alla base delle politiche migratorie proposte nel corso del tempo. Infine, si pone l’accento sulla relazione fra sviluppo e migrazioni che oggi pare dominare il dibattito scientifico e mediatico.
2017
1
1
17
Migrazione circolare; mobilità; Africa; politiche migratorie
Emanuela Dal Zotto ; Valentina Fusari
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