Le discussioni sull’uso di metafore per descrivere condizioni di malattia sono tornate di stretta attualità nel corso della pandemia da SARS-CoV-2. Da molte parti si è sottolineato il potenziale abuso in ambito politico, con finalità di consenso e di giustificazione rispetto a misure di limitazione delle libertà personali. In realtà si tratta di un tema le cui origini sono complicate da ricostruire, perché coinvolgono un sistema di figure molto ampio, che fa capo ai domini semantici del corpo, della vita, della guerra e dello stato. Le metafore che connettono questi due ambiti hanno una storia molto antica nelle culture filosofiche occidentali, ma è soprattutto la filosofia moderna a mostrare tutte le loro potenzialità. Più di recente, però, la discussione contemporanea ha fornito una serie di strumenti per ripensare la questione in chiave critica, soprattutto in ambito biopolitico. Questo saggio si focalizza sulla metafora della malattia come guerra, muovendo da esempi che ne evidenziano l’uso nelle retoriche politiche. Attraverso la ricostruzione di alcuni strumenti teorici del dibattito novecentesco, si chiariscono le implicazioni di tali usi e ci si interroga attorno all’impossibilità di parlare di malattia senza il ricorso alle figure del linguaggio. Il saggio discute in particolare le tesi di Susan Sontag sulle metafore del cancro e propone una riconsiderazione filosofico-politica del tema.
Metaphor as Illness? Life, War, and a Linguistic “Pharmakon”
Alberto Martinengo
2022-01-01
Abstract
Le discussioni sull’uso di metafore per descrivere condizioni di malattia sono tornate di stretta attualità nel corso della pandemia da SARS-CoV-2. Da molte parti si è sottolineato il potenziale abuso in ambito politico, con finalità di consenso e di giustificazione rispetto a misure di limitazione delle libertà personali. In realtà si tratta di un tema le cui origini sono complicate da ricostruire, perché coinvolgono un sistema di figure molto ampio, che fa capo ai domini semantici del corpo, della vita, della guerra e dello stato. Le metafore che connettono questi due ambiti hanno una storia molto antica nelle culture filosofiche occidentali, ma è soprattutto la filosofia moderna a mostrare tutte le loro potenzialità. Più di recente, però, la discussione contemporanea ha fornito una serie di strumenti per ripensare la questione in chiave critica, soprattutto in ambito biopolitico. Questo saggio si focalizza sulla metafora della malattia come guerra, muovendo da esempi che ne evidenziano l’uso nelle retoriche politiche. Attraverso la ricostruzione di alcuni strumenti teorici del dibattito novecentesco, si chiariscono le implicazioni di tali usi e ci si interroga attorno all’impossibilità di parlare di malattia senza il ricorso alle figure del linguaggio. Il saggio discute in particolare le tesi di Susan Sontag sulle metafore del cancro e propone una riconsiderazione filosofico-politica del tema.| File | Dimensione | Formato | |
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