La scelta dello spartiacque storico indicato nel titolo del volume non è solo un’occasione per richiamarsi al centenario della fine del conflitto. L’idea cardine delle sponde, dei confini e delle trincee da cui originano i venti saggi si è altresì basata sul fatto che il processo dinamico di continua riformulazione identitaria, l’irraggiungibilità di un paradigma europeo chiuso e definito, debbano essere intesi come un dato positivo e non come un limite. In questo senso, anche alla luce dei problemi della contemporaneità — in primo luogo i flussi migratori che avvicinano sempre di più le sponde europee a quelle africane –, i modelli culturali del vecchio continente rivelano in modo tangibile la loro inconciliabilità con l’idea di confine inteso come principio di separazione ed esclusione. L’Italia in particolare, per la sua posizione naturalmente e storicamente liminare, costituisce oggi un territorio in cui si elaborano processi — so- ciali, linguistici, culturali — la cui comprensione e interpretazione rappresenta un importante terreno di confronto per studiosi e intellettuali. Contesto di scambi e incroci, fusioni e scontri tra identità storiche e nuove identità, la Penisola italiana partecipa a quel fermento di trasformazione e ibridazione culturale che sta modificando e scuotendo profondamente il continente europeo. Contributi su: Teatro italiano del 900, Carmelo Bene, Ennio Flaiano, Italo Svevo, Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, Primo Levi, Giorgio Caproni, Adriano Tilgher, Giuseppe Ferrari.

Sponde, confini, trincee: l’Italia nell’Europa post-1918

Dario Prola
;
2019-01-01

Abstract

La scelta dello spartiacque storico indicato nel titolo del volume non è solo un’occasione per richiamarsi al centenario della fine del conflitto. L’idea cardine delle sponde, dei confini e delle trincee da cui originano i venti saggi si è altresì basata sul fatto che il processo dinamico di continua riformulazione identitaria, l’irraggiungibilità di un paradigma europeo chiuso e definito, debbano essere intesi come un dato positivo e non come un limite. In questo senso, anche alla luce dei problemi della contemporaneità — in primo luogo i flussi migratori che avvicinano sempre di più le sponde europee a quelle africane –, i modelli culturali del vecchio continente rivelano in modo tangibile la loro inconciliabilità con l’idea di confine inteso come principio di separazione ed esclusione. L’Italia in particolare, per la sua posizione naturalmente e storicamente liminare, costituisce oggi un territorio in cui si elaborano processi — so- ciali, linguistici, culturali — la cui comprensione e interpretazione rappresenta un importante terreno di confronto per studiosi e intellettuali. Contesto di scambi e incroci, fusioni e scontri tra identità storiche e nuove identità, la Penisola italiana partecipa a quel fermento di trasformazione e ibridazione culturale che sta modificando e scuotendo profondamente il continente europeo. Contributi su: Teatro italiano del 900, Carmelo Bene, Ennio Flaiano, Italo Svevo, Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, Primo Levi, Giorgio Caproni, Adriano Tilgher, Giuseppe Ferrari.
2019
DiG
1
1
238
979-10-95627-64-7
Grande guerra; confine; migrazioni; viaggio; Italia
Dario Prola; Stefano Rosatti
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