La medicina riproduttiva umana si è sviluppata grazie alle tecniche impiegate per la riproduzione assistita sugli animali, sulle specie mammifere quali quella bovina e ovina, su cui sono state sviluppate e perfezionate varie tecniche di riproduzione assistita. Secondo Melinda Cooper e Adele Clarke lo scopo di tali biotecnologie è stato all’inizio quello di innalzare il plusvalore, sfruttando il lavoro riproduttivo delle femmine delle specie animali proprio superando i limiti posti dalla natura. La maggior parte delle tecniche poi impiegate nella fecondazione assistita umana sono state sperimentate su femmine appartenenti a specie di animali mammiferi allo scopo di aumentarne produttività e redditività. Questo paper si interroga circa le differenze e le somiglianze tra i meccanismi di valorizzazione economica riservati alle donne, femmine della specie umana, e alle femmine dei mammiferi animali, considerandole molto importanti nell’era postumana. La potenza generativa delle femmine di bovino è “messa a valore” nel contesto fordista della produzione di massa di beni di consumo. La potenza generativa delle donne è invece valorizzata nella nuova cornice, postumana e postfordista, della produzione di beni di consumo altamente personalizzati. Questo paper si propone poi di spiegare che la produzione di valore passa, in entrambi i casi, per la cattura della potenza generativa delle femmine, di qualsiasi specie si tratti. Grazie a Rosi Braidotti, chiamiamo questa potenza generativa zoe, per sottolineare i suoi tratti postumani. L’approccio postumano si rivela utile, proprio ai tempi del biocapitale, al fine di restituire alle soggettività la materialità delle loro esistenze e dei loro diritti.
Biocapitale e potenza generativa postumana. Per una critica delle biotecnologie riproduttive transpecie
BALZANO, ANGELA
2015-01-01
Abstract
La medicina riproduttiva umana si è sviluppata grazie alle tecniche impiegate per la riproduzione assistita sugli animali, sulle specie mammifere quali quella bovina e ovina, su cui sono state sviluppate e perfezionate varie tecniche di riproduzione assistita. Secondo Melinda Cooper e Adele Clarke lo scopo di tali biotecnologie è stato all’inizio quello di innalzare il plusvalore, sfruttando il lavoro riproduttivo delle femmine delle specie animali proprio superando i limiti posti dalla natura. La maggior parte delle tecniche poi impiegate nella fecondazione assistita umana sono state sperimentate su femmine appartenenti a specie di animali mammiferi allo scopo di aumentarne produttività e redditività. Questo paper si interroga circa le differenze e le somiglianze tra i meccanismi di valorizzazione economica riservati alle donne, femmine della specie umana, e alle femmine dei mammiferi animali, considerandole molto importanti nell’era postumana. La potenza generativa delle femmine di bovino è “messa a valore” nel contesto fordista della produzione di massa di beni di consumo. La potenza generativa delle donne è invece valorizzata nella nuova cornice, postumana e postfordista, della produzione di beni di consumo altamente personalizzati. Questo paper si propone poi di spiegare che la produzione di valore passa, in entrambi i casi, per la cattura della potenza generativa delle femmine, di qualsiasi specie si tratti. Grazie a Rosi Braidotti, chiamiamo questa potenza generativa zoe, per sottolineare i suoi tratti postumani. L’approccio postumano si rivela utile, proprio ai tempi del biocapitale, al fine di restituire alle soggettività la materialità delle loro esistenze e dei loro diritti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.