Negli ultimi tre anni la Corte costituzionale è ricorsa in tre occasioni (nel caso dell’aiuto al suicidio, nel caso della diffamazione a mezzo stampa e nel caso dell’ergastolo ostativo) alla tecnica dell’ordinanza di rinvio dell’udienza a data fissa. Nonostante la quantità di commenti che tali pronunce hanno ricevuto, la loro collocazione all’interno del panorama delle tecniche decisorie e la loro giustificazione sono ancora da definire. Il lavoro riflette sugli aspetti che ritornano, quelli che divergono, nonché le problematiche che questa tecnica pone nel sistema costituzionale. A meno di ritenere la assoluta estraneità della tecnica dai confini della giustizia costituzionale italiana, è necessario muovere da queste problematiche e tentarne una categorizzazione, affinché la stessa Corte costituzionale, sulla scia della sistematizzazione offerta dalla dottrina, possa cogliere l’occasione per autodisciplinarsi e per ridurre al minimo le incomprensioni che naturalmente accompagnano l’avvento di una nuova tecnica. In the last years the Constitutional Court has adopted in recent case law (in the case of aid to suicide, in the case of defamation by the press and in the case of life imprisonment imposed under section 4 bis of the Prison Administration Act) a new decision technique: the referral to a fixed date included in the ordinance. Despite the number of comments that these pronouncements have received, their place within the panorama of decision-making techniques and their justification are still to be defined. The essay reflects on their aspects, as well as the problems that may derive from this technique. Unless we consider that the technique is totally alien to the boundaries of Italian constitutional justice, we must move away from these issues and try to categorize them, so that the Constitutional Court may take the opportunity to self-discipline and to minimize misunderstandings that naturally accompany the advent of a new technique.
Una tecnica controversa: l'ordinanza interlocutoria con rinvio a data fissa
Valeria Marceno'
2022-01-01
Abstract
Negli ultimi tre anni la Corte costituzionale è ricorsa in tre occasioni (nel caso dell’aiuto al suicidio, nel caso della diffamazione a mezzo stampa e nel caso dell’ergastolo ostativo) alla tecnica dell’ordinanza di rinvio dell’udienza a data fissa. Nonostante la quantità di commenti che tali pronunce hanno ricevuto, la loro collocazione all’interno del panorama delle tecniche decisorie e la loro giustificazione sono ancora da definire. Il lavoro riflette sugli aspetti che ritornano, quelli che divergono, nonché le problematiche che questa tecnica pone nel sistema costituzionale. A meno di ritenere la assoluta estraneità della tecnica dai confini della giustizia costituzionale italiana, è necessario muovere da queste problematiche e tentarne una categorizzazione, affinché la stessa Corte costituzionale, sulla scia della sistematizzazione offerta dalla dottrina, possa cogliere l’occasione per autodisciplinarsi e per ridurre al minimo le incomprensioni che naturalmente accompagnano l’avvento di una nuova tecnica. In the last years the Constitutional Court has adopted in recent case law (in the case of aid to suicide, in the case of defamation by the press and in the case of life imprisonment imposed under section 4 bis of the Prison Administration Act) a new decision technique: the referral to a fixed date included in the ordinance. Despite the number of comments that these pronouncements have received, their place within the panorama of decision-making techniques and their justification are still to be defined. The essay reflects on their aspects, as well as the problems that may derive from this technique. Unless we consider that the technique is totally alien to the boundaries of Italian constitutional justice, we must move away from these issues and try to categorize them, so that the Constitutional Court may take the opportunity to self-discipline and to minimize misunderstandings that naturally accompany the advent of a new technique.File | Dimensione | Formato | |
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