L’articolo propone un’interpretazione critica dei processi di urbanizzazione cibernetica mettendo in evidenza, da un lato, il rapporto stringente tra Smart City e neoliberismo municipale, e da un altro, l'idiosincrasia tra determinismo tecnologico e complessità dei sistemi urbani. Nella prima parte la Smart City è descritta come una strategia di accumulazione finanziaria, uno strumento di overnamentalità politica e una retorica della modernizzazione ecologica. In questa visione, la città si configura come un apparato socio-tecnico e simbolico finalizzato a rafforzare i processi di commodification della città, a diffondere un’etica competitiva nella governance politica e a proporre una correlazione ideologica tra tecnologie dell’informazione e sostenibilità ambientale. Nella seconda parte è utilizzata l’analogia esplicativa dei city building simulators (CBS) per criticare la mentalità prevalente nel design della Smart City, dove è presente una visione riduzionista del mutamento sociale, e la complessità propria dei sistemi urbani è semplificata in un’idea del governo-demiurgo e della cittadinanza passiva. Nelle conclusioni è evidenziata l’esigenza di un approccio empirico che abbracci la Smart City nelle sue fenomenologie quotidiane, in grado di cogliere come la digitalizzazione a livello urbano stia producendo nuove dinamiche di alienazione, ma anche di appropriazione dello spazio sociale.
Città in gioco. La Smart City tra neoliberismo municipale e riduzione della complessità
Claudio Marciano
Co-first
;Erica OnnisCo-first
;Vincenzo Idone CassoneCo-first
2020-01-01
Abstract
L’articolo propone un’interpretazione critica dei processi di urbanizzazione cibernetica mettendo in evidenza, da un lato, il rapporto stringente tra Smart City e neoliberismo municipale, e da un altro, l'idiosincrasia tra determinismo tecnologico e complessità dei sistemi urbani. Nella prima parte la Smart City è descritta come una strategia di accumulazione finanziaria, uno strumento di overnamentalità politica e una retorica della modernizzazione ecologica. In questa visione, la città si configura come un apparato socio-tecnico e simbolico finalizzato a rafforzare i processi di commodification della città, a diffondere un’etica competitiva nella governance politica e a proporre una correlazione ideologica tra tecnologie dell’informazione e sostenibilità ambientale. Nella seconda parte è utilizzata l’analogia esplicativa dei city building simulators (CBS) per criticare la mentalità prevalente nel design della Smart City, dove è presente una visione riduzionista del mutamento sociale, e la complessità propria dei sistemi urbani è semplificata in un’idea del governo-demiurgo e della cittadinanza passiva. Nelle conclusioni è evidenziata l’esigenza di un approccio empirico che abbracci la Smart City nelle sue fenomenologie quotidiane, in grado di cogliere come la digitalizzazione a livello urbano stia producendo nuove dinamiche di alienazione, ma anche di appropriazione dello spazio sociale.File | Dimensione | Formato | |
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