L’analisi critica dell’applicazione provvisoria di misure di sicurezza alla quale è dedicato il contributo è svolta lungo la linea direttrice del binomio controllo-cura. Posto che, a seguito dell’importante processo di revisione che ha interessato le misure di sicurezza detentive rivolte al sofferente psichico autore di reato (o gravemente indiziato di esserlo), ne rimane inalterata la funzione di controllo della pericolosità sociale della quale egli sia riconosciuto portatore, l’indagine assume il diritto alla salute come fondamento della necessità di limitare i casi e di adeguare i modi nei quali tale funzione si esplica, nella consapevolezza che la spiccata connotazione sanitaria delle REMS non deve invece tradursi nell’ampliamento dello spazio concesso alle misure di sicurezza a scapito dei percorsi esclusivamente indirizzati alla cura della malattia mentale ordinariamente attivabili al di fuori dell’area della penalità. Entro quest’ultimo ambito, è la libertà vigilata terapeutica la risorsa elettiva per coniugare controllo e cura, sulla quale pertanto fa perno il principio di residualità delle misure di sicurezza detentive nei confronti delle persone inferme o semi-inferme di mente: del resto, furono già le pronunce di inizio millennio della Corte costituzionale a esaltare la flessibilità di tale strumento segnalandolo come candidato più idoneo a subentrare all’ospedale psichiatrico giudiziario, anche in via provvisoria. Oltre ad affrontare il nodo della necessaria conciliazione tra flessibilità e legalità, ostativa all’imposizione di prescrizioni che snaturino il carattere non detentivo della libertà vigilata, in presenza di dati che rivelano come il settore dell’applicazione provvisoria manifesti una particolare resistenza alla marginalizzazione delle misure (eseguite nelle REMS) del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o in casa di cura e di custodia, il contributo si soffermerà sulle cause e sugli effetti di tale fenomeno, indubbiamente sintomatico dell’interdipendenza tra welfare e libertà.

Applicazione provvisoria di misure di sicurezza e strumenti alternativi per il controllo e la cura

Giulia Mantovani
2022-01-01

Abstract

L’analisi critica dell’applicazione provvisoria di misure di sicurezza alla quale è dedicato il contributo è svolta lungo la linea direttrice del binomio controllo-cura. Posto che, a seguito dell’importante processo di revisione che ha interessato le misure di sicurezza detentive rivolte al sofferente psichico autore di reato (o gravemente indiziato di esserlo), ne rimane inalterata la funzione di controllo della pericolosità sociale della quale egli sia riconosciuto portatore, l’indagine assume il diritto alla salute come fondamento della necessità di limitare i casi e di adeguare i modi nei quali tale funzione si esplica, nella consapevolezza che la spiccata connotazione sanitaria delle REMS non deve invece tradursi nell’ampliamento dello spazio concesso alle misure di sicurezza a scapito dei percorsi esclusivamente indirizzati alla cura della malattia mentale ordinariamente attivabili al di fuori dell’area della penalità. Entro quest’ultimo ambito, è la libertà vigilata terapeutica la risorsa elettiva per coniugare controllo e cura, sulla quale pertanto fa perno il principio di residualità delle misure di sicurezza detentive nei confronti delle persone inferme o semi-inferme di mente: del resto, furono già le pronunce di inizio millennio della Corte costituzionale a esaltare la flessibilità di tale strumento segnalandolo come candidato più idoneo a subentrare all’ospedale psichiatrico giudiziario, anche in via provvisoria. Oltre ad affrontare il nodo della necessaria conciliazione tra flessibilità e legalità, ostativa all’imposizione di prescrizioni che snaturino il carattere non detentivo della libertà vigilata, in presenza di dati che rivelano come il settore dell’applicazione provvisoria manifesti una particolare resistenza alla marginalizzazione delle misure (eseguite nelle REMS) del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o in casa di cura e di custodia, il contributo si soffermerà sulle cause e sugli effetti di tale fenomeno, indubbiamente sintomatico dell’interdipendenza tra welfare e libertà.
2022
Dieci anni di REMS. Un'analisi interdisciplinare
Edizioni Scientifiche Italiane
Memorie del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino
21
417
458
978-88-495-4900-3
applicazione provvisoria di misure di sicurezza, REMS, infermità mentale
Giulia Mantovani
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