L’articolo focalizza l’attenzione sulla Mémoire touchant les Consuls des Nations étrangères composta nel 1769 da Carlo Ignazio Montagnini (giurista, diplomatico e burocrate sabaudo), per dirimere una controversia sui diritti spettanti al console di Francia a Nizza. Nonostante la natura specifica del documento, l’autore imposta un discorso generale sulla natura dell’istituto consolare provando a offrire alla Segreteria degli affari esteri sabauda le basi per una sua regolamentazione. Lo sviluppo dei commerci che si verifica a partire dalla metà del Settecento costringe gli Stati a riconsiderare l’istituzione consolare, delineandone meglio i confini secondo i dettami dello ius publicum. Anche i re di Sardegna vengono investiti da questo rinnovato interesse e, costretti alla neutralità da una congiuntura diplomatica sfavorevole, provano lungo tutto la seconda metà del XVIII secolo a sviluppare i flussi commerciali in entrata e in uscita dai propri Stati. Questo produce un notevole aumento del numero dei consoli delle nazioni negli scali sabaudi (tanto a Nizza e Villafranca, quanto in Sardegna) e, di conseguenza, un aumento della conflittualità tra questi, le istituzioni sabaude e le municipalità. In costante rapporto con i principali autori di diritto pubblico, il testo di Montagnini rappresenta (almeno in area sabauda) una delle più lucide analisi dell’istituto consolare in antico regime e si colloca all’interno di una intensa attività memorialistica interna alla burocrazia sabauda ancora in gran parte da studiare.

Tra Droit des Gens e Coutume. La memoria sui consoli delle nazioni di Carlo Ignazio Montagnini (1769)

Andrea Pennini
2022-01-01

Abstract

L’articolo focalizza l’attenzione sulla Mémoire touchant les Consuls des Nations étrangères composta nel 1769 da Carlo Ignazio Montagnini (giurista, diplomatico e burocrate sabaudo), per dirimere una controversia sui diritti spettanti al console di Francia a Nizza. Nonostante la natura specifica del documento, l’autore imposta un discorso generale sulla natura dell’istituto consolare provando a offrire alla Segreteria degli affari esteri sabauda le basi per una sua regolamentazione. Lo sviluppo dei commerci che si verifica a partire dalla metà del Settecento costringe gli Stati a riconsiderare l’istituzione consolare, delineandone meglio i confini secondo i dettami dello ius publicum. Anche i re di Sardegna vengono investiti da questo rinnovato interesse e, costretti alla neutralità da una congiuntura diplomatica sfavorevole, provano lungo tutto la seconda metà del XVIII secolo a sviluppare i flussi commerciali in entrata e in uscita dai propri Stati. Questo produce un notevole aumento del numero dei consoli delle nazioni negli scali sabaudi (tanto a Nizza e Villafranca, quanto in Sardegna) e, di conseguenza, un aumento della conflittualità tra questi, le istituzioni sabaude e le municipalità. In costante rapporto con i principali autori di diritto pubblico, il testo di Montagnini rappresenta (almeno in area sabauda) una delle più lucide analisi dell’istituto consolare in antico regime e si colloca all’interno di una intensa attività memorialistica interna alla burocrazia sabauda ancora in gran parte da studiare.
2022
44
171
186
Montagnini, Diritto delle genti, Consoli delle nazioni, Nizza
Andrea Pennini
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