L’innovazione sociale chiede cura e attenzione ai processi che la generano e la sostengono, alle relazioni che si intessono, agli spazi/contesti in cui si inserisce o che si creano e alle persone che li “abitano”. Il “come” si sviluppa un progetto è già un valore intrinseco dell’innovazione e possiede un ampio potenziale trasformativo, a partire dai legami, dai linguaggi che si sviluppano, dal senso che si costruisce e dalla direzione verso la quale ci si apre e ci si avventura. L’innovazione è oggi un verbum imperante, al pari della convulsiva velocità e dell’accelerazione che stanno avendo le società verso un “progresso” – a volte solo presunto – che manifesta quotidianamente i segni della sua debolezza. Non è azzardato coniugare innovazione e progresso e leggerli come inscindibilmente connessi, ma ciò che preoccupa e che interroga è la subdola trama che si è a mano a mano venuta a creare tra i due termini, è la logica che viene a originarsi in cui l’innovazione sembra succube dell’idea di “progresso”, senza margini di critica e di negoziazione. L’immagine che restituisce un’innovazione “a servizio” del progresso va dunque sostituita con un’immagine più ampia: occorre riconfigurare il rapporto tra innovazione e progresso in una nuova rappresentazione che consenta al processo innovativo – ma prima ancora al progresso stesso – di lavorare a un cambiamento che non valga unicamente per i risultati (destinati inevitabilmente a essere superati). C'è dunque bisogno di un’immagine che faccia del verbum imperante dell’innovazione quel medium processuale in grado di trasformare il freiriano supporto vitale in un ordine esistenziale rivolto a una direzione di senso. Il volume si snoda ingtorno a questi punti critici e propone percorsi di rigenerazione della pratica sociale dell'innovazione educativa.
Percorsi di innovazione. Pratica, relazioni e spazi educativi
Lorena Milani;Sara Nosari
2022-01-01
Abstract
L’innovazione sociale chiede cura e attenzione ai processi che la generano e la sostengono, alle relazioni che si intessono, agli spazi/contesti in cui si inserisce o che si creano e alle persone che li “abitano”. Il “come” si sviluppa un progetto è già un valore intrinseco dell’innovazione e possiede un ampio potenziale trasformativo, a partire dai legami, dai linguaggi che si sviluppano, dal senso che si costruisce e dalla direzione verso la quale ci si apre e ci si avventura. L’innovazione è oggi un verbum imperante, al pari della convulsiva velocità e dell’accelerazione che stanno avendo le società verso un “progresso” – a volte solo presunto – che manifesta quotidianamente i segni della sua debolezza. Non è azzardato coniugare innovazione e progresso e leggerli come inscindibilmente connessi, ma ciò che preoccupa e che interroga è la subdola trama che si è a mano a mano venuta a creare tra i due termini, è la logica che viene a originarsi in cui l’innovazione sembra succube dell’idea di “progresso”, senza margini di critica e di negoziazione. L’immagine che restituisce un’innovazione “a servizio” del progresso va dunque sostituita con un’immagine più ampia: occorre riconfigurare il rapporto tra innovazione e progresso in una nuova rappresentazione che consenta al processo innovativo – ma prima ancora al progresso stesso – di lavorare a un cambiamento che non valga unicamente per i risultati (destinati inevitabilmente a essere superati). C'è dunque bisogno di un’immagine che faccia del verbum imperante dell’innovazione quel medium processuale in grado di trasformare il freiriano supporto vitale in un ordine esistenziale rivolto a una direzione di senso. Il volume si snoda ingtorno a questi punti critici e propone percorsi di rigenerazione della pratica sociale dell'innovazione educativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



