Sul finire del Ventesimo secolo e all’inizio del nuovo millennio la città di Delhi, con la sua storia, il suo sviluppo inarrestabile, le sue acute contraddizioni, è stata scelta come ambientazione privilegiata da molti autori in lingua hindi: si pensi a Krishna Sobti con Dilo-dāniś (1993), Manohar Shyam Joshi con Hariyā Harkyūlīz kī hairānī (1994), Uday Prakash con Dillī kī divār (2006). Il presente contributo si propone di tratteggiare, attraverso le parole dello scrittore hindi Bhisham Sahni, la vita di una piccola, ma emblematica porzione della capitale indiana, durante i drammatici mesi dell’Emergenza. Con il suo romanzo Basantī (1980) Sahni porta in primo piano la realtà di una delle baraccopoli sorte ai margini dei più ricchi quartieri, distrutta dagli interventi di riqualificazione urbana del governo Gandhi. Basantī rappresenta un’esperienza letteraria di particolare rilievo dal momento che, differentemente da quanto avviene in letteratura anglo-indiana, poche sono le opere di narrativa in lingua hindi a trattare esplicitamente dell’Emergenza. L’analisi, attingendo anche a strumenti di indagine propri di sociologia e antropologia, metterà in luce come gli abitanti di questi umili insediamenti (per la maggior parte migranti) creino i loro spazi nella città, cercando di mantenere una parvenza di continuità con il loro passato, e come riescano a convivere con un onnipresente senso di transitorietà.
Basantī di Bhisham Sahni: vivere l’Emergenza dai margini di Delhi
Veronica Ghirardi
2022-01-01
Abstract
Sul finire del Ventesimo secolo e all’inizio del nuovo millennio la città di Delhi, con la sua storia, il suo sviluppo inarrestabile, le sue acute contraddizioni, è stata scelta come ambientazione privilegiata da molti autori in lingua hindi: si pensi a Krishna Sobti con Dilo-dāniś (1993), Manohar Shyam Joshi con Hariyā Harkyūlīz kī hairānī (1994), Uday Prakash con Dillī kī divār (2006). Il presente contributo si propone di tratteggiare, attraverso le parole dello scrittore hindi Bhisham Sahni, la vita di una piccola, ma emblematica porzione della capitale indiana, durante i drammatici mesi dell’Emergenza. Con il suo romanzo Basantī (1980) Sahni porta in primo piano la realtà di una delle baraccopoli sorte ai margini dei più ricchi quartieri, distrutta dagli interventi di riqualificazione urbana del governo Gandhi. Basantī rappresenta un’esperienza letteraria di particolare rilievo dal momento che, differentemente da quanto avviene in letteratura anglo-indiana, poche sono le opere di narrativa in lingua hindi a trattare esplicitamente dell’Emergenza. L’analisi, attingendo anche a strumenti di indagine propri di sociologia e antropologia, metterà in luce come gli abitanti di questi umili insediamenti (per la maggior parte migranti) creino i loro spazi nella città, cercando di mantenere una parvenza di continuità con il loro passato, e come riescano a convivere con un onnipresente senso di transitorietà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.