L’articolo prende in esame due tesi espresse nel libro di Serafini: 1) il personalismo ontologicamente fondato (la teoria della bioetica cattolica) sarebbe la ragione della guerra culturale con la bioetica laica, a causa dei suoi strumenti teorici essenzialisti (sostanza, natura, legge morale naturale) che non consentono nessun dialogo con la modernità; 2) il pontificato di Papa Francesco, recuperando l’attenzione ai “segni dei tempi” del Concilio Vaticano II, attraverso la valorizzazione della categoria della rela- zione, aprirebbe “spiragli di dialogo”. Rispetto alla prima tesi, l’autrice sostiene che è possibile una lettura progressista del personalismo ontologicamente fondato perché la categoria di sostanza, seppur astratta, è inclusiva e porta a riconosce la dignità di chiunque solo perché c’è. Non condivide che ci siano “spiragli di dialogo” (seconda tesi), ma sostiene che sia in atto una “strategia di evitamento” perché il Magistero di Francesco si occupa più delle questione sociali ed ambientali, rare volte affronta que- stioni di bioetica e quando lo fa non sembra distaccarsi dai contenuti dei predecessori, usando anche espressioni forti come la definizione di “sicari” riferita ai medici abortisti.
La bioetica cattolica: scenari nuovi e copioni incerti
Sgreccia P
2020-01-01
Abstract
L’articolo prende in esame due tesi espresse nel libro di Serafini: 1) il personalismo ontologicamente fondato (la teoria della bioetica cattolica) sarebbe la ragione della guerra culturale con la bioetica laica, a causa dei suoi strumenti teorici essenzialisti (sostanza, natura, legge morale naturale) che non consentono nessun dialogo con la modernità; 2) il pontificato di Papa Francesco, recuperando l’attenzione ai “segni dei tempi” del Concilio Vaticano II, attraverso la valorizzazione della categoria della rela- zione, aprirebbe “spiragli di dialogo”. Rispetto alla prima tesi, l’autrice sostiene che è possibile una lettura progressista del personalismo ontologicamente fondato perché la categoria di sostanza, seppur astratta, è inclusiva e porta a riconosce la dignità di chiunque solo perché c’è. Non condivide che ci siano “spiragli di dialogo” (seconda tesi), ma sostiene che sia in atto una “strategia di evitamento” perché il Magistero di Francesco si occupa più delle questione sociali ed ambientali, rare volte affronta que- stioni di bioetica e quando lo fa non sembra distaccarsi dai contenuti dei predecessori, usando anche espressioni forti come la definizione di “sicari” riferita ai medici abortisti.File | Dimensione | Formato | |
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