La filosofia moderna, soprattutto Kant, ha identificato la persona umana con la sua autodeterminazione, quella contemporanea, in modo particolare quella femminista (Kittay), ha posto l’attenzione sul bisogno e sulla dipendenza. In ambito di filosofia politica (Nussbaum) attualmente viene contestata la teoria del contratto sociale tra pari, tutti liberi e indipendenti, e si cerca di valorizzato il cosiddetto pensiero materno, maternal thinking, il quale sottolinea che l’indipendenza si costruisce sulla interdipendenza. Da questo punto di vista, la dignità umana non è tanto legata alla lucida razionalità, ma alla reciprocità, nell’essere semplicemente inseriti in una rete di relazioni non sempre simmetriche, “siamo tutti figli di una madre”. L’essere tutti dipendenti, tutti bisognosi o, come suggestivamente afferma MacIntyre “animali razionali dipendenti”, dice non solo la nostra vulnerabilità, ma anche la nostra ricchezza, perché il bisogno rimanda ad un valore, alla capacità di cura, alla trascendenza tramite il bene che il bisogno chiede. L’essere bisognosi dice che siamo orientati, che abbiamo dei fini naturali, che cogliamo con la conoscenza e con la capacità di immaginare il futuro, immediato e non. I corretti rapporti tra gli uomini si configurano come reti di dare e di ricevere, che conducono alla realizzazione del vivere bene, il vivere in comune; in caso contrario s’instaurano rapporti distorti di dominio e di prevaricazione, esplicitamente dichiarati o subdolamente imposti.

Vulnerabili, bisognosi e capaci di cura

Sgreccia P
2009-01-01

Abstract

La filosofia moderna, soprattutto Kant, ha identificato la persona umana con la sua autodeterminazione, quella contemporanea, in modo particolare quella femminista (Kittay), ha posto l’attenzione sul bisogno e sulla dipendenza. In ambito di filosofia politica (Nussbaum) attualmente viene contestata la teoria del contratto sociale tra pari, tutti liberi e indipendenti, e si cerca di valorizzato il cosiddetto pensiero materno, maternal thinking, il quale sottolinea che l’indipendenza si costruisce sulla interdipendenza. Da questo punto di vista, la dignità umana non è tanto legata alla lucida razionalità, ma alla reciprocità, nell’essere semplicemente inseriti in una rete di relazioni non sempre simmetriche, “siamo tutti figli di una madre”. L’essere tutti dipendenti, tutti bisognosi o, come suggestivamente afferma MacIntyre “animali razionali dipendenti”, dice non solo la nostra vulnerabilità, ma anche la nostra ricchezza, perché il bisogno rimanda ad un valore, alla capacità di cura, alla trascendenza tramite il bene che il bisogno chiede. L’essere bisognosi dice che siamo orientati, che abbiamo dei fini naturali, che cogliamo con la conoscenza e con la capacità di immaginare il futuro, immediato e non. I corretti rapporti tra gli uomini si configurano come reti di dare e di ricevere, che conducono alla realizzazione del vivere bene, il vivere in comune; in caso contrario s’instaurano rapporti distorti di dominio e di prevaricazione, esplicitamente dichiarati o subdolamente imposti.
2009
25
31
56
Sgreccia P
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