La piuttosto articolata normativa in materia di contrasto alla stregoneria inserita negli Statuta Sabaudie (1430) trasformò di fatto la stregoneria in una “eresia di Stato” e assegnò una centralità – eccezionale rispetto alle altre regioni contermini – agli ufficiali ducali nella repressione di questo reato, in linea generale affidata esclusivamente agli inquisitori e alla giustizia episcopale. Il saggio vuole verificare il ruolo ricoperto dai doctores giuristi dello Studio di Torino – dagli anni Venti del Quattrocento ampiamente reclutati nel sistema di governo sabaudo e nei consigli ducali – in una regione, quella delle Alpi occidentali, caratterizzata nel tardo medioevo da una particolare intensità di interventi volti a reprimere pratiche stregoniche. È studiata la presenza nel XV secolo di dottori e membri dello Studio nei processi inquisitoriali in area subalpina e la produzione scientifica dei docenti, con una particolare attenzione per il trattato De haeresi del canonista e consigliere ducale Ambrogio Vignati – in cui affiora una posizione critica all’intervento dei giudici delegati dell’Inquisizione nei crimini di stregoneria e l’orientamento verso una “competenza laica” in questa materia – e per la Sylva nuptialis di Giovanni Nevizzano, composta nel primo Cinquecento.
Studio «del principe» e stregoneria nel Quattrocento: rifrazioni dall’Università di Torino
Paolo Rosso
2022-01-01
Abstract
La piuttosto articolata normativa in materia di contrasto alla stregoneria inserita negli Statuta Sabaudie (1430) trasformò di fatto la stregoneria in una “eresia di Stato” e assegnò una centralità – eccezionale rispetto alle altre regioni contermini – agli ufficiali ducali nella repressione di questo reato, in linea generale affidata esclusivamente agli inquisitori e alla giustizia episcopale. Il saggio vuole verificare il ruolo ricoperto dai doctores giuristi dello Studio di Torino – dagli anni Venti del Quattrocento ampiamente reclutati nel sistema di governo sabaudo e nei consigli ducali – in una regione, quella delle Alpi occidentali, caratterizzata nel tardo medioevo da una particolare intensità di interventi volti a reprimere pratiche stregoniche. È studiata la presenza nel XV secolo di dottori e membri dello Studio nei processi inquisitoriali in area subalpina e la produzione scientifica dei docenti, con una particolare attenzione per il trattato De haeresi del canonista e consigliere ducale Ambrogio Vignati – in cui affiora una posizione critica all’intervento dei giudici delegati dell’Inquisizione nei crimini di stregoneria e l’orientamento verso una “competenza laica” in questa materia – e per la Sylva nuptialis di Giovanni Nevizzano, composta nel primo Cinquecento.| File | Dimensione | Formato | |
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