La nota esamina il caso peculiare di una società che prende atto del recesso di alcuni soci pur in assenza di una loro dichiarazione, in virtù di una clausola statutaria che – secondo una precedente pronuncia di merito – prevederebbe un’ipotesi di recesso obbligatorio. Ci si chiede perciò se sia configurabile un recesso senza una manifestazione di volontà del recedente o addirittura contro la sua volontà. Si conclude per l’intrinseca contraddittorietà della nozione di recesso obbligatorio del socio, ritenendo che la clausola prevedesse non un recesso obbligatorio, ma soltanto l’obbligo di vendere le quote. Di conseguenza, indipendentemente dalla questione qualificatoria, la nota aderisce alla soluzione dell’ordinanza in commento, secondo cui era necessaria un’attività negoziale ulteriore dei soci per il trasferimento delle quote.
Recesso dalla s.r.l. e obbligo di vendere la quota
francesco mosetto
2022-01-01
Abstract
La nota esamina il caso peculiare di una società che prende atto del recesso di alcuni soci pur in assenza di una loro dichiarazione, in virtù di una clausola statutaria che – secondo una precedente pronuncia di merito – prevederebbe un’ipotesi di recesso obbligatorio. Ci si chiede perciò se sia configurabile un recesso senza una manifestazione di volontà del recedente o addirittura contro la sua volontà. Si conclude per l’intrinseca contraddittorietà della nozione di recesso obbligatorio del socio, ritenendo che la clausola prevedesse non un recesso obbligatorio, ma soltanto l’obbligo di vendere le quote. Di conseguenza, indipendentemente dalla questione qualificatoria, la nota aderisce alla soluzione dell’ordinanza in commento, secondo cui era necessaria un’attività negoziale ulteriore dei soci per il trasferimento delle quote.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.