Quando si parla di salute sessuale e riproduttiva ci si riferisce generalmente alla definizione che ne ha dato l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2006: “Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”. L’affermarsi di tale concetto sulla scena pubblica, secondo alcune letture critiche (Epstein e Mamo 2017), sarebbe funzionale ad una legittimazione e medicalizzazione della sessualità, in quanto misconosce la polisemia del concetto e quindi la pluralità dei significati assegnati a salute e sessualità. In questo processo di naturalizzazione di quella che può essere intesa come una sessualità sana, i media digitali hanno giocato un ruolo rilevante. Infatti, il tema della salute sessuale femminile e maschile è stato affrontato in un primo tempo, nei media digitali di prima generazione, soprattutto attraverso campagne mediatiche di sensibilizzazione diffuse online a proposito della salute riproduttiva femminile (Levine 2011); successivamente si è assistito a una proliferazione di discorsi sulla salute sessuale maschile, con un focus specifico sulle disfunzioni sessuali (Ferrero Camoletto & Bertone 2012; Del Casino & Brooks 2015). Più di recente, i social media sono diventati a loro volta un florido contesto di produzione di discorsi intorno alla salute sessuale maschile e femminile, e in questo capitolo ci proponiamo di restituire una mappatura dei vari modi in cui questo fenomeno ha preso forma nel corso del tempo. Dalla letteratura emerge come i nuovi media vengano spesso utilizzati come veicolo per la promozione della salute sessuale in generale (Gold et al. 2011) e per la disseminazione di materiale relativo a campagne preventive, con l’obiettivo di raggiungere gruppi considerati particolarmente “a rischio” come i giovani (ad esempio, si veda Bailey et al. 2015) o gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM), in ragione delle nuove opportunità di incontro offerte dalle piattaforme web 2.0 e ai “rischi” che si ritiene siano ad esse connessi. Un altro filone di studi mette in luce come i social media non siano solo un setting che consente di raggiungere un target specifico di popolazione attraverso un contenuto informativo statico veicolato da discorsi istituzionali con una modalità top-down; al contrario, la salute sessuale viene affrontata nei nuovi media anche come contenuto dinamico, continuamente negoziato, rinegoziato e prodotto dagli utenti attraverso una modalità partecipata e interattiva – si pensi, per esempio, ai forum e alle community online dedicate agli utilizzatori di sessuofarmaci (Fox & Ward 2006) o a social media come Twitter e Instagram che ospitano esperienze del cancro al seno o alla prostata (Vraga et al 2018) – che ha consentito di costruire rappresentazioni dal basso e di condividere esperienze personali, saperi e contro-narrazioni che talvolta sono contrapposte all’uso istituzionale dei digital media come è stato fatto da parte degli operatori della salute pubblica o da parte del mercato degli esperti.
Media digitali e salute sessuale
Raffaella Ferrero Camoletto
;
2022-01-01
Abstract
Quando si parla di salute sessuale e riproduttiva ci si riferisce generalmente alla definizione che ne ha dato l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2006: “Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”. L’affermarsi di tale concetto sulla scena pubblica, secondo alcune letture critiche (Epstein e Mamo 2017), sarebbe funzionale ad una legittimazione e medicalizzazione della sessualità, in quanto misconosce la polisemia del concetto e quindi la pluralità dei significati assegnati a salute e sessualità. In questo processo di naturalizzazione di quella che può essere intesa come una sessualità sana, i media digitali hanno giocato un ruolo rilevante. Infatti, il tema della salute sessuale femminile e maschile è stato affrontato in un primo tempo, nei media digitali di prima generazione, soprattutto attraverso campagne mediatiche di sensibilizzazione diffuse online a proposito della salute riproduttiva femminile (Levine 2011); successivamente si è assistito a una proliferazione di discorsi sulla salute sessuale maschile, con un focus specifico sulle disfunzioni sessuali (Ferrero Camoletto & Bertone 2012; Del Casino & Brooks 2015). Più di recente, i social media sono diventati a loro volta un florido contesto di produzione di discorsi intorno alla salute sessuale maschile e femminile, e in questo capitolo ci proponiamo di restituire una mappatura dei vari modi in cui questo fenomeno ha preso forma nel corso del tempo. Dalla letteratura emerge come i nuovi media vengano spesso utilizzati come veicolo per la promozione della salute sessuale in generale (Gold et al. 2011) e per la disseminazione di materiale relativo a campagne preventive, con l’obiettivo di raggiungere gruppi considerati particolarmente “a rischio” come i giovani (ad esempio, si veda Bailey et al. 2015) o gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM), in ragione delle nuove opportunità di incontro offerte dalle piattaforme web 2.0 e ai “rischi” che si ritiene siano ad esse connessi. Un altro filone di studi mette in luce come i social media non siano solo un setting che consente di raggiungere un target specifico di popolazione attraverso un contenuto informativo statico veicolato da discorsi istituzionali con una modalità top-down; al contrario, la salute sessuale viene affrontata nei nuovi media anche come contenuto dinamico, continuamente negoziato, rinegoziato e prodotto dagli utenti attraverso una modalità partecipata e interattiva – si pensi, per esempio, ai forum e alle community online dedicate agli utilizzatori di sessuofarmaci (Fox & Ward 2006) o a social media come Twitter e Instagram che ospitano esperienze del cancro al seno o alla prostata (Vraga et al 2018) – che ha consentito di costruire rappresentazioni dal basso e di condividere esperienze personali, saperi e contro-narrazioni che talvolta sono contrapposte all’uso istituzionale dei digital media come è stato fatto da parte degli operatori della salute pubblica o da parte del mercato degli esperti.File | Dimensione | Formato | |
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