Con i restauri, dalle pareti interne della chiesa di San Bernardo, in località San Bernardo a Faedo Valtellino, sono emersi dei dipinti rimasti scialbati per secoli. L’unico affresco in evidenza era un San Rocco, scampato alla scialbatura per motivi devozionali e conservativi. È firmato e datato nel 1568 dal pittore Luigi Valloni, nato ad Albosaggia ma residente a Ponte in Valtellina, spesso associato, grazie ad opere e documenti, al più noto Cipriano Valorsa. A quest’opera si sono aggiunti l’Ultima cena della parete settentrionale e un San Lorenzo sul lato opposto, mentre nella conca absidale e sull’arco trionfale è riemerso un ciclo con Cristo pantocratore attorniato dai simboli del tetramorfo, san Giorgio, san Bernardo, sant’Antonio e una Madonna con il Bambino. I dipinti cinquecenteschi sono analizzati in ordine cronologico, a partire da San Lorenzo. Per ognuno di essi è stato ricreato un contesto e, quando possibile, ipotizzato il nome di un autore. L’impegno pittorico più importante per posizione e dimensione è quello dovuto a Vincenzo De Barberis, un artista bresciano molto attivo in Valtellina tra anni Venti e Quaranta del XVI secolo, spesso con il collega Bernardino De Donati. La sua carriera è brevemente ripercorsa proprio per inserirvi quest’impresa pittorica, sfortunata dal punto di vista conservativo ma associabile ad altri lavori più o meno noti, suoi o della sua bottega.
Gli affreschi cinquecenteschi di San Bernardo a Faedo
Massimo Romeri
2021-01-01
Abstract
Con i restauri, dalle pareti interne della chiesa di San Bernardo, in località San Bernardo a Faedo Valtellino, sono emersi dei dipinti rimasti scialbati per secoli. L’unico affresco in evidenza era un San Rocco, scampato alla scialbatura per motivi devozionali e conservativi. È firmato e datato nel 1568 dal pittore Luigi Valloni, nato ad Albosaggia ma residente a Ponte in Valtellina, spesso associato, grazie ad opere e documenti, al più noto Cipriano Valorsa. A quest’opera si sono aggiunti l’Ultima cena della parete settentrionale e un San Lorenzo sul lato opposto, mentre nella conca absidale e sull’arco trionfale è riemerso un ciclo con Cristo pantocratore attorniato dai simboli del tetramorfo, san Giorgio, san Bernardo, sant’Antonio e una Madonna con il Bambino. I dipinti cinquecenteschi sono analizzati in ordine cronologico, a partire da San Lorenzo. Per ognuno di essi è stato ricreato un contesto e, quando possibile, ipotizzato il nome di un autore. L’impegno pittorico più importante per posizione e dimensione è quello dovuto a Vincenzo De Barberis, un artista bresciano molto attivo in Valtellina tra anni Venti e Quaranta del XVI secolo, spesso con il collega Bernardino De Donati. La sua carriera è brevemente ripercorsa proprio per inserirvi quest’impresa pittorica, sfortunata dal punto di vista conservativo ma associabile ad altri lavori più o meno noti, suoi o della sua bottega.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Romeri_Gli affreschi di San Bernardo a Faedo.pdf
Accesso aperto
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
2.93 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.93 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.