Fondata nel 1928 nell’ambito dell’Università di Pisa, la Scuola di scienze corporative aveva, nelle intenzioni dei proponenti, il compito primario di formare i quadri dirigenti dei nuovi organismi politici e sindacali dello Stato fascista: funzionari e intellettuali dotati di adeguata preparazione economica e giuridica. Nella visione di Giuseppe Bottai, che la diresse dal 1929 al 1935, tuttavia, la Scuola aveva anche l’obiettivo cruciale di consolidare le fondamenta teoriche del corporativismo, considerato come una “terza via” alternativa al capitalismo e al socialismo; una dottrina in grado di “superare” le ideologie prevalenti in ambito economico e sociale, quella liberista e quella marxista. Non sorprende dunque che, tra le tappe fondanti della nuova istituzione vi fosse, fin dall’inizio la formazione di una “biblioteca propria” dotata di “appositi locali”. Gli acquisti diretti alla formazione del fondo librario dovettero essere compiuti con notevole larghezza di risorse finanziarie e, ciò che più conta, con notevole grado di apertura per ciò che concerne gli ambiti disciplinari e gli orientamenti dottrinali. Già ad una prima ricognizione della sezione della biblioteca che è stata versata in anni recenti alla facoltà di Economia di Pisa, è agevole constatare come i testi di teoria e politica economica, pur prevalenti, siano affiancati da diversi contributi di scienza della politica e di sociologia. Analizzando più specificamente la letteratura economica, sono presenti le opere di maggiore rilievo pubblicate a livello internazionale con particolare riferimento al ruolo dello Stato nell’economia, ai progetti di razionalizzazione e controllo dell’attività produttiva, alle relazioni monetarie internazionali, alle politiche adottate per contrastare la Grande depressione negli Stati Uniti e in Germania. Il presente contributo si propone di analizzare in modo sistematico il patrimonio librario originario, estendendo la ricerca alle collezioni di periodici, al fine di ricostruire l’“indirizzo scientifico” della biblioteca e, sia pure per via induttiva, il clima di confronto anche serrato e di riflessione teorica e di policy che dovette svilupparsi all’interno della Scuola tra docenti e allievi, molti dei quali, pochi anni più tardi, si sarebbero ritrovati a militare nelle fila dell’antifascismo.
Fondare le basi teoriche e di policy del corporativismo: le collezioni della biblioteca della Scuola di Scienze Corporative di Pisa
Giovanni Pavanelli
2022-01-01
Abstract
Fondata nel 1928 nell’ambito dell’Università di Pisa, la Scuola di scienze corporative aveva, nelle intenzioni dei proponenti, il compito primario di formare i quadri dirigenti dei nuovi organismi politici e sindacali dello Stato fascista: funzionari e intellettuali dotati di adeguata preparazione economica e giuridica. Nella visione di Giuseppe Bottai, che la diresse dal 1929 al 1935, tuttavia, la Scuola aveva anche l’obiettivo cruciale di consolidare le fondamenta teoriche del corporativismo, considerato come una “terza via” alternativa al capitalismo e al socialismo; una dottrina in grado di “superare” le ideologie prevalenti in ambito economico e sociale, quella liberista e quella marxista. Non sorprende dunque che, tra le tappe fondanti della nuova istituzione vi fosse, fin dall’inizio la formazione di una “biblioteca propria” dotata di “appositi locali”. Gli acquisti diretti alla formazione del fondo librario dovettero essere compiuti con notevole larghezza di risorse finanziarie e, ciò che più conta, con notevole grado di apertura per ciò che concerne gli ambiti disciplinari e gli orientamenti dottrinali. Già ad una prima ricognizione della sezione della biblioteca che è stata versata in anni recenti alla facoltà di Economia di Pisa, è agevole constatare come i testi di teoria e politica economica, pur prevalenti, siano affiancati da diversi contributi di scienza della politica e di sociologia. Analizzando più specificamente la letteratura economica, sono presenti le opere di maggiore rilievo pubblicate a livello internazionale con particolare riferimento al ruolo dello Stato nell’economia, ai progetti di razionalizzazione e controllo dell’attività produttiva, alle relazioni monetarie internazionali, alle politiche adottate per contrastare la Grande depressione negli Stati Uniti e in Germania. Il presente contributo si propone di analizzare in modo sistematico il patrimonio librario originario, estendendo la ricerca alle collezioni di periodici, al fine di ricostruire l’“indirizzo scientifico” della biblioteca e, sia pure per via induttiva, il clima di confronto anche serrato e di riflessione teorica e di policy che dovette svilupparsi all’interno della Scuola tra docenti e allievi, molti dei quali, pochi anni più tardi, si sarebbero ritrovati a militare nelle fila dell’antifascismo.File | Dimensione | Formato | |
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