Recensione di instant book, scritto “nel mezzo di una quarantena infinita” . Il volume prende avvio con la ricostruzione del processo di santificazione del “dogma del ‘restate a casa’”, che è proceduto di pari passo con la costruzione dei passanti come “i peggiori criminali del ventunesimo secolo” e della figura “dell’untore della porta accanto”. L’autore sottolinea il ruolo dei media mainstream e delle piattaforme social nella costruzione del “racconto edulcorato e quasi glamour” delle prime settimane di isolamento domiciliare forzato (prima fase della tematizzazione pubblica, quella del “gioioso rituale domestico”) e la sua successiva codificazione nei termini di un obbligo morale (seconda fase della tematizzazione pubblica, quella dell’“impegno civile"). Nell’una e nell’altra fase, a parere dell’autore è mancata la discussione, su base razionale, delle diverse opzioni possibili (in alcuni paesi si facevano altre scelte); l’analisi scientifica del “costo umano della reclusione” pagato da molte e differenti categorie di persone che di uscire avevano o avrebbero avuto urgenza; la capacità, da parte dello Stato, di descrivere una situazione di cui avrebbe dovuto almeno in parte assumersi le responsabilità e di richiedere alla popolazione un sacrificio di cui avrebbe dovuto comunicare obiettivi e scadenze – in ciò mostrandosi “capace di trattare i cittadini da adulti”.
“Perché prendersela con gli altri cittadini, quando la classe dirigente le ha sbagliate tutte?”
Paola Borgna
2022-01-01
Abstract
Recensione di instant book, scritto “nel mezzo di una quarantena infinita” . Il volume prende avvio con la ricostruzione del processo di santificazione del “dogma del ‘restate a casa’”, che è proceduto di pari passo con la costruzione dei passanti come “i peggiori criminali del ventunesimo secolo” e della figura “dell’untore della porta accanto”. L’autore sottolinea il ruolo dei media mainstream e delle piattaforme social nella costruzione del “racconto edulcorato e quasi glamour” delle prime settimane di isolamento domiciliare forzato (prima fase della tematizzazione pubblica, quella del “gioioso rituale domestico”) e la sua successiva codificazione nei termini di un obbligo morale (seconda fase della tematizzazione pubblica, quella dell’“impegno civile"). Nell’una e nell’altra fase, a parere dell’autore è mancata la discussione, su base razionale, delle diverse opzioni possibili (in alcuni paesi si facevano altre scelte); l’analisi scientifica del “costo umano della reclusione” pagato da molte e differenti categorie di persone che di uscire avevano o avrebbero avuto urgenza; la capacità, da parte dello Stato, di descrivere una situazione di cui avrebbe dovuto almeno in parte assumersi le responsabilità e di richiedere alla popolazione un sacrificio di cui avrebbe dovuto comunicare obiettivi e scadenze – in ciò mostrandosi “capace di trattare i cittadini da adulti”.File | Dimensione | Formato | |
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