La prima prova di invenzione modellata nel 1750 dallo scultore torinese Ignazio Collino nel suo soggiorno di formazione a Roma attesta dell'intenzionalità del confronto con il marmo del medesimo soggetto scolpito dal suo maestro Francesco Ladatte nel 1741. Modellata insieme alle copie di studio dalla scultura antica, registra una reazione immediata al corpo a corpo con le nobilia opera dell'antichità, che si qualifica nella personale sensibilità plastica per una naturale morbidezza.

Ignazio Collino, Giuditta con la testa di Oloferne, 1750. Minneapolis, Institute of Art

Giuseppe Dardanello
2020-01-01

Abstract

La prima prova di invenzione modellata nel 1750 dallo scultore torinese Ignazio Collino nel suo soggiorno di formazione a Roma attesta dell'intenzionalità del confronto con il marmo del medesimo soggetto scolpito dal suo maestro Francesco Ladatte nel 1741. Modellata insieme alle copie di studio dalla scultura antica, registra una reazione immediata al corpo a corpo con le nobilia opera dell'antichità, che si qualifica nella personale sensibilità plastica per una naturale morbidezza.
2020
Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680-1750
Sagep Editori
498
499
978-88-6373-693-9
Ignazio Collino, Giuditta, scultura piemontese del Settecento, terracotta, Antico
Giuseppe Dardanello
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